In una recente intervista al Corriere della Sera, il neoministro all’istruzione Lorenzo Fioramonti ha dichiarato di aver già richiesto nella prossima legge di Bilancio 3 miliardi di euro per il suo ministero. Di questi, un miliardo andrà all’Università, investendo in più concorsi per ricercatori e più finanziamenti per i Prin, i piani per la ricerca di base. Gli altri due miliardi andranno in aumenti di stipendio per i docenti, investimenti e ristrutturazione degli edifici.
Queste le parole del neoministro: “Vorrei nella prossima legge di bilancio provare a mettere ordine alle emergenze. È necessario dare un riconoscimento agli insegnanti. Penso ad un aumento mensile a tre cifre, cento euro. Con questo investiremmo più della metà dei due miliardi. Il resto sarà per investimenti: da subito istituirò un ufficio al Miur per accompagnare le scuole e gli enti locali nel percorso per la ristrutturazione degli edifici scolastici. Vorrei cambiare i meccanismi dei concorsi che sono troppo farraginosi e complessi. Poi serve per gli insegnanti un sistema di formazione continua che li aiuti a stare al passo con l’ evoluzione della società e della didattica. La scuola deve recuperare le esperienze internazionali migliori a partire da quella finlandese, poi il modello Montessori, don Milani, l’ esperienza di Reggio children: una scuola in cui i ragazzi vadano volentieri perché imparano divertendosi. Questo è importante per le materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica)”.
Il ministro sottolinea che la “dedizione di un insegnante non si misura con le ore di lavoro. La scuola non è un ufficio postale e funziona grazie al lavoro anche volontario che fanno molti insegnanti per passione e perché sanno che la loro è una missione sociale. Non credo che un aumento di stipendio come premio funzioni. Per questo penso a riconoscimenti, premi, apprezzamenti da parte dei genitori, della comunità che riconosca il loro fondamentale ruolo. Lo stesso vale per i presidi: no ad atteggiamenti punitivi. Il governo precedente voleva che timbrassero il cartellino, noi aboliremo questa norma”
Per quanto riguarda i precari invece, ha dichiarato: “Martedì incontrerò i sindacati: bisogna mettere mano al decreto “salva-precari”. I 55 mila posti dei concorsi saranno divisi a metà tra precari e neo laureati. Inserirò elementi di selettività, così come per i Pas (percorsi abilitanti speciali). L’anzianità sarà valutata molto, ma ci deve essere una selettività appropriata”