Gli ultimi Governi si sono contraddistinti per il loro bramoso desiderio di annunci, come se fossero affetti da una vera e propria malattia, l”annuncite’. Nemmeno il cosiddetto ‘Governo del cambiamento’ si è sottratto a questa regola degli spot pubblicitari a proprio favore. Anche il Ministro Bussetti continua su questa strada, come dimostrato dalle sue ultime dichiarazioni rilasciate al TG1: ‘Entro il 2023 saranno 100 mila le assunzioni’, in riferimento alle immissioni in ruolo dei docenti.
Assunzioni docenti, Bussetti ne annuncia 100mila nei prossimi 4 anni
Secondo Anief, però, si tratterebbe di un dato numerico che merita un approfondimento e, per lo meno, un chiarimento: ‘Perché se le immissioni in ruolo si limitassero a quel numero, solo in apparenza altisonante – scrive il sindacato in una nota – l’amministrazione scolastica garantirebbe nemmeno il turn over.
Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, infatti, ha commentato: ‘È bene che il ministro dell’Istruzione chiarisca immediatamente che quella cifra riguarda solo i posti che verranno messi a concorso e che la quota di stabilizzazioni, derivanti dalle graduatorie ad esaurimento, dal doppio canale di reclutamento e dagli idonei dei precedenti concorsi pubblici che ancora attendono di essere convocati, è almeno tre volte tanto e solo per il prossimo biennio’.
Anief parla di ‘solita operazione da fumo negli occhi’
‘Quando si parla di assunzioni – ha sottolineato Pacifico – forse il ministro Marco Bussetti dimentica che dietro ci sono tantissimi professionisti dell’insegnamento, già formati, abilitati e quasi sempre con lunghe esperienze di docenza alle spalle, che meritano rispetto e considerazione. E allestire concorsi riservati per stabilizzarne solo uno su tre, come si sta facendo ora con il decreto Crescita, oppure avviare una nuova procedura abilitante con queste prospettive, frutto dell’accordo sottoscritto al Miur l’11 giugno scorso, appare la solita operazione da fumo negli occhi. Come sostiene Anief da oltre dieci anni, la strada per l’immissione in ruolo di tanti precari storici è legata a doppio filo con la clausola 5 della Direttiva 70/99 UE: la stessa che i nostri Governi continuano colpevolmente ad ignorare’, conclude il presidente Anief.