Il prossimo concorso 2018 sarà ostico per i docenti che hanno come requisito i 3 anni di servizio: è quanto spiega in un articolo “Wired”, che intervista alcuni precari sui prossimi percorsi.
Diversamente a quanto succederà ai docenti di II fascia, che hanno acquisito l’abilitazione, e faranno un concorso non selettivo per essere poi stabilizzati in seguito all’esaurimento delle GaE, i docenti con 36 mesi di servizio dovranno sostenere un concorso come quello dei non abilitati con un esiguo numero di posti: il 20% di quelli che si libereranno nel 2020/21.
Inoltre il concorso per gli abilitati potrebbe non coprire tutti i posti vacanti nei primi due anni e non c’è alcuna clausola che permetta ai non abilitati di essere chiamati in ruolo. I tre anni di servizio non sono valutati alla stessa stregua di un’abilitazione e cominciare dal primo anno di fit come i neolaureati, pone gli aspiranti docenti a guadagnare 400/600 euro al mese, dopo anni di stipendi pari a quelli dei docenti di ruolo neoimmessi delle graduatorie esaurite.
“Avrei voluto che ci fossero state date le occasioni promesse per conseguire l’abilitazione prima di questo concorso, il tempo c’era. Sono ancora entusiasta del mio lavoro, sto seguendo il mio quarto master in questo momento e ho conseguito, a mie spese, un certo numero di qualificazioni quanto meno confrontabili con quelle di molti docenti abilitati; ma nulla di tutto questo viene riconosciuto nella giusta misura, ed è demotivante” conclude una docente precaria a Wired.