E’ prevista per l’inizio di gennaio 2018 l’uscita del bando per il concorso riservato ai docenti abilitati, aperto anche a quelli già di ruolo dalla recente sentenza della Corte Costituzionale, quindi bisognerà attendere il nuovo anno per poter finalmente leggerne il testo, a dispetto di quanto aveva invece preannunziato la ministra Fedeli che aveva dato per certa l’uscita prima di questo Natale. Ma mentre per i docenti abilitati si tratterà di aspettare qualche giorno in più, al massimo una o due settimane, quello che preoccupa invece è la tempistica delle altre due tipologie di concorso che sono previste per il 2018 dalla riforma del reclutamento della scuola secondaria: il concorso riservato per chi abbia 3 anni di servizio e quello ordinario per chi avrà conseguito i 24 CFU oltre al titolo di laurea. Si dilatano notevolmente i tempi per l’avvio di queste due procedure concorsuali previste per il 2018, visto che i loro bandi dovrebbe uscire non prima di 8-9 mesi dopo quello riservato ai docenti abilitati, quindi. E’ questo quanto emerso il 19 dicembre 2017 nel corso di un incontro richiesto da ADI, Link e FLC CGIL con tecnici e responsabili politici del Miur con al centro le tematiche legate al nuovo sistema di reclutamento: la fase transitoria, con il concorso per gli abilitati e quello riservato ai docenti con 3 anni di servizio, e il FIT ordinario, con il sistema dei 24 CFU.
Pubblicazione dei bandi dei concorsi
Riguardo alla pubblicazione dei bandi per i prossimi concorsi è stato chiarito che il bando riservato aidocenti abilitati, salvo ulteriori ritardi dovuti anche alla messa a punto per la sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito la possibilità di partecipare per i docenti di ruolo, dovrebbe essere pubblicato ai primi di gennaio. I successivi bandi invece del concorso del FIT ordinario e di quelloriservato a chi ha 3 anni di servizio dovrebbero uscire contemporaneamente (e su questo nutriamo dei seri dubbi), ma bisognerà attendere circa 8-9 mesi a partire da gennaio.
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Tirano un sospiro di sollievo gli aspiranti docenti preoccupati dalla possibilità di un bando imminente in quanto temevano di non riuscire a completare il percorso universitario per il conseguimento dei 24 CFUnonché di non raggiungere i 180 gg di servizio per questo anno scolastico, per coloro i quali puntano al concorso riservato. Con l’uscita dei bandi a settembre, invece, potrà essere garantito sia l’inserimento dell’attuale anno scolastico per arrivare ai 3 anni richiesti dal bando della procedura riservata, sia tempi più distesi per il conseguimento dei 24 CFU.
Il Ministero ha infatti affermato che la tempistica sarà tale da garantire l’accesso al concorso a coloro che in questo anno accademico stanno acquisendo i requisiti per concorrere e ha assicurato che ci sarà il confronto con le parti sociali prima di emanare i bandi.
Questo slittamento però potrebbe essere a rischio di un ulteriore rinvio oppure avere come conseguenza tempi di espletamento più lunghi dato che i candidati saranno tanti e potrebbe essere complesso correggere due scritti per ogni cdc nelle regioni più affollate.
Se non si riuscirà a concludere secondo i tempi previsti dal decreto 59/2017, riepilogati in questo articolo di PSN, potrebbero slittare di un anno le assunzioni previste per le GMR del concorso ordinario. Si riproporrebbe quanto già visto per il concorso 2016 che se per alcune classi di concorso è stato molto veloce visto il numero molto ridotto di candidati aventi il requisito di abilitazione per infanzia e primaria invece è andato molto per le lunghe visto l’enorme numero di candidati diplomati magistrali.
Requisiti di accesso al concorso riservato per abilitati e per 3 anni di servizio
Il Miur ha poi fatto presente che non intende equiparare il dottorato di ricerca all’abilitazione all’insegnamento visto la natura eterogenea dei due percorsi sul piano formativo e delle competenze acquisite. Una posizione peraltro coerente con gli ultimi pronunciamenti del Consiglio di Stato che in una recentissima sentenza ha escluso l’equiparazione del titolo di dottorato a quello di abilitazione all’insegnamento negando l’accesso alla seconda fascia delle graduatorie di istituto.
Il Miur ha poi confermato che il calcolo dei tre anni avverrà secondo quanto prevede il T.U. della scuola considerando utili 180 gg per anno scolastico, o servizio continuativo dal 1 febbraio agli scrutini finali e che in linea di massima il servizio svolto presso le scuole paritarie dovrebbe essere considerato valido.
Posti disponibili e assunzioni dei docenti
Sui posti messi a bando non sono stati forniti dati precisi ma solo il rimando all’audizione di inizio anno scolastico della Ministra Fedeli, che però contiene dati sintetici e non suddivisi per classi di concorso e regioni. Non sono disponibili però dati analitici, che l’amministrazione si è riservata di fornire in un prossimo incontro con le organizzazioni sindacali, probabilmente intorno ai primi di gennaio.
Sul concorso riservato agli abilitati il Miur non è stato in grado di rassicurare sulla possibilità e sui tempi per l’assunzioni dei docenti precari che oggi lavorano nelle varie graduatorie provinciali e d’istituto, visto l’apertura del concorso al personale di ruolo (conseguente alla sentenza della Consulta) che porterà sicuramente in alcune regioni meridionali ad una notevole partecipazione dei docenti già di ruolo .
Conseguimento dei 24 CFU
In merito al conseguimento dei 24 CFU il Miur ha ammesso che sono state segnalate numerose incongruenze nell’operato degli Atenei e delle istituzioni AFAM rispetto alle previsioni contenute nel decreto 616/17 e nelle linee guida del MIUR.
I tecnici del Miur hanno però evidenziato l’impegno dell’amministrazione a svolgere un’azione di controllo e diffida verso quei soggetti, telematici e non, che si presentano come accreditati all’organizzazione di precorsi e certificazioni valide, pur non avendone i titoli. Rispetto all’applicazione delle norme nelle Università statali i dirigenti del MIUR hanno sottolineato l’autonomia dei singoli Atenei nella predisposizione dell’offerta didattica, per questo il MIUR prevede di organizzare un nuovo confronto con la Conferenza dei Rettori all’inizio del nuovo anno.
Condizioni lavorative e retribuzione degli specializzandi FIT
Sul fronte delle condizioni lavorative degli specializzandi FIT è stato posto il tema di una definizione contrattuale delle condizioni retributive e lavorative di questa tipologia di lavoratori in formazione. L’amministrazione ha confermato la propria volontà di percorrere pienamente questa strada, con il coinvolgimento di tutti i sindacati rappresentativi che in questi giorni siedono all’ARAN per il confronto sul Contratto nazionale.
Per quanto riguarda invece la retribuzione il MIUR ha confermato gli importi previsti dai tecnici del Senato di 400 euro mensili per il primo anno, in quanto non sono previsti incrementi nella legge di bilancio approvata rispetto alle risorse contenute nel DLgs 59/17. Dal Miur è arrivato però un segnale di apertura sulla compatibilità tra il percorso del FIT e l’impegno lavorativo, in primis nella scuola con la possibilità di accettare anche supplenze.
Inoltre il Miur ha espresso orientamento favorevole a consentire una rappresentanza degli specializzandi, degli studenti e delle parti sociali in seno alla Conferenza Nazionale per la formazione iniziale e l’accesso alla professione docente prevedendo una composizione istituzionale dell’organismo, senza rappresentanti dei sindacati o delle associazioni.