comunicato UIL – “Una soluzione politica – questa la richiesta del segretario generale della Uil scuola, Pino Turi, per superare la situazione nella quale verranno a trovarsi migliaia di insegnanti diplomati alle magistrali, dopo la sentenza del Consiglio di Stato.
I numeri | |
55.000/60.000 | ricorrenti inseriti con riserva in Gae |
2.300 | ricorsi passati già in giudicato tra immissioni in ruolo ed inserimento in Gae |
1.300 circa | ricorrenti immessi in ruolo con riserva |
80% | dei ricorrenti provengono dal Centro/Sud ma quasi tutti inseriti nelle graduatorie del Nord |
Si è creata una situazione paradossale nella quale la stratificazione burocratica delle norme va ad incidere sul lavoro e sul futuro delle persone– aggiunge Turi. Questo accade quando la politica delega alla magistratura la soluzione dei problemi.
Chiederemo alla Ministra Fedeli di assumere la vicenda e riportarla nell’alveo giusto: quello della buona politica.
D’altra parte che il titolo dei diplomati magistrali, prima del 2001/2002 – precisa Turi – sia abilitante non è messo in discussione neanche dalla Sentenza del Consiglio di Stato, in adunanza plenaria.
Siamo intenzionati – aggiunge Turi – a indicare e perseguire soluzioni politiche e sindacali per garantire i lavoratori senza che siano costretti a cadere nell’alea dei contenziosi e nei ricorsi giurisdizionali che, per loro natura, non sono in grado di dare risposte collettive, ma solo individuali.
Siamo in presenza di un evidente disparità di trattamento – sottolinea Turi – che abbiamo già evidenziato quando si è discusso della delega sulla formazione iniziale dei docenti della secondaria.
Quell’impianto presenta, infatti, una inaccettabile disparità di trattamento, proprio perché lascia fuori il segmento primario che avrebbe titolo ad avere la fase transitoria di reclutamento, in modo analogo a quanto previsto per i colleghi della secondaria.
Il punto di partenza è dunque quello dell’unicità della funzione docente – osserva il segretario generale della Uil Scuola – è da lì che bisogna partire per trovare il bandolo della matassa, ma per farlo occorre un provvedimento normativo che è ormai affidato alla prossima legislatura.
Continueremo nelle azioni legali, anche a livello europeo, se non ci saranno le risposte certe che, a questo punto, sono doverose, non solo per i lavoratori, ma anche per le scuole, le famiglie e gli studenti stessi.”