Dopo molte settimane di attesa, è arrivata la firma del decreto ministeriale in merito al concorso docenti 2018 abilitati, che apre ufficialmente la stagione dei concorsi voluti fortemente dalla ministra Valeria Fedeli.
Le perplessità, però non mancano, perché sono diversi i punti che mettono in risalto le criticità del progetto Miur, sicuramente intenzionato a risolvere il problema del precariato e a promuovere lo “svecchiamento” del corpo insegnante italiano, fra i più anziani d’Europa.
Concorso bandito…senza posti in palio
Senza dubbio, una prima criticità che viene subito a mente, che riguarda indistintamente sia il concorso docenti per abilitati che gli altri a seguire, risiede nel fatto che tali concorsi saranno banditi senza un contingente posti stabilito a priori.
Prendiamo ad esempio proprio il concorso per abilitati: è destinato a tutti i docenti in possesso dell’abilitazione, come TFA o PAS, che sono rimasti fuori dalle GaE, liste di docenti dalle quali il Ministero pesca ogni anno il 50% di tutto il contingente da immettere in ruolo. Per il sostegno, i docenti dovranno avere il titolo di specializzazione richiesto.
Questa procedura vedrà sicuramente dei vincitori, anzi, trattandosi di un concorso definito da alcuni “sanatoria”, visto che consisterà nella valutazione titoli e in una prova orale, i vincitori saranno moltissimi, anzi tutti, dato che non esiste un punteggio minimo per entrare in graduatoria e quindi, di conseguenza non ci saranno bocciati. Una volta vinto il concorso, come saranno assunti in ruolo? O meglio: quando questi vincitori saranno assunti a tempo indeterminato?
Forse anche 10 anni per l’immissione in ruolo
Certamente non è possibile produrre una stima realistica, ma senza dubbio, per alcune classi di concorso particolarmente piene di candidati, potrebbero volerci anni prima che si immettano tutti i vincitori. Se andiamo al centro-sud, con le GaE ancora piene in moltissime regioni e le graduatorie di merito del 2016 che si sfoltiscono a fatica, non è da escludere che molti di questi futuri vincitori possano vedere la cattedra in ruolo anche fra un decennio.
Risulta evidente che tali cifre sono forfettarie, dipende dalla regione, dalla classe di concorso, dalle GaE e dalle graduatorie di merito. Ma senza dubbio, quello che può essere affermato con certezza è che i vincitori dei prossimi concorsi non entreranno di ruolo in tempi molto brevi.
Ribadiamo che il concorso per gli abilitati verterà su un’unica prova orale di natura didattico-metodologica, che sarà “una lezione simulata preceduta da un’illustrazione delle scelte didattiche e metodologiche in relazione ai contenuti disciplinari indicati dalla commissione”.
Per la valutazione della prova orale e dei titoli, la Commissione ha a disposizione un punteggio massimo pari rispettivamente a 40 punti e a 60 punti. La prova orale non prevede un punteggio minimo.
I criteri della valutazione titoli, saranno:
- Per la valutazione della prova orale e dei titoli, la Commissione ha a disposizione un punteggio massimo pari rispettivamente a 40 punti e a 60 punti. La prova orale non prevede un punteggio minimo.
- La Commissione assegna alla valutazione, nell’ambito della prova orale, della capacità di comprensione e conversazione nella lingua straniera, un punteggio massimo di 3 punti quale quota parte dei 40 disponibili.
- La Commissione assegna alla valutazione, nell’ambito della prova orale, delle competenze nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione o nelle tecnologie normalmente in uso presso le istituzioni scolastiche, un punteggio massimo di 3 punti quale quota parte dei 40 disponibili.
- La Commissione assegna ai titoli culturali e professionali un punteggio massimo di 60 punti,
- La commissione giudicatrice, valutata la prova orale e i titoli, procede alla compilazione della graduatoria regionale di merito.
Graduatoria di merito regionale
I candidati concorreranno alle selezioni scegliendo un’unica regione e accederanno alle selezioni tramite una sola richiesta telematica dove indicheranno, oltre la regione, anche le classi di concorso per cui intendono partecipare.
Quindi si ricorda che “l’ammissione al predetto percorso comporta la cancellazione da tutte le graduatorie di merito regionali, nonché da tutte le graduatorie ad esaurimento e di istituto, per ogni classe di concorso e tipologia di posto”.
Inoltre, “per le classi di concorso alle quali partecipi un numero esiguo di candidati è possibile disporre l’aggregazione territoriale delle procedure, ferma restando l’approvazione di graduatorie distinte per ciascuna regione”.