La vicenda delle graduatorie ATA sta diventando l’ennesima barzelletta italiana: mal gestita e quando hanno deciso di mettere la “pezza”, proprio la “pezza” rischia di diventare peggio del buco. Insomma il rimedio rischia di essere peggio del danno stesso. La pezza, per chi non lo avesse capito, è la proroga di un anno di validità delle vecchie graduatorie, trasformando così i contratti all’avente diritto in contratti annuali. Come al solito l’industria dei ricorsi si è già attivata, anche perché gli appigli ci sono .
Ad evidenziarlo è anche Franco Bastianini su ItaliaOggi. Il giornalista intanto evidenzia che le domande per l’aggiornamento della terza fascia di istituto per i profili di personale ATA sono state circa 2 milioni. Fra questi moltissimi laureati che sperano di trovare lavoro anche come bidello. Proprio l’enorme mole di domande – lo abbiamo denunciato in passato anche noi di InformazioneScuola – hanno mandato letteralmente in tilt le segreterie scolastiche, costringendo prima a chiedere il rinvio della data prevista per la compilazione del modello D3 per la scelta delle scuole e poi addirittura hanno costretto il MIUR a prorogare le attuali graduatorie. Dalle scuole fanno notare che bastava anticipare l’emanazione del decreto di qualche mese o di non farlo coincidere con l’aggiornamento delle graduatorie dei docenti, ma si sa a volte al MIUR la ragione si mette da parte e si agisce di istinto.
La proroga che apre ai ricorsi per le graduatorie ATA
E di istinto o per necessità hanno dovuto emanare il provvedimento che proroga la validità delle graduatorie in realtà già scadute. “Un mostriciattolo giuridico – scrive Bastianini su ItaliaOggi – che, non è difficile prevedere, darà la stura ad un’altrettanta montagna di ricorsi da parte di quelle centinaia di migliaia di nuovi aspiranti alle supplenze che a ragione si riterranno danneggiati, in corso d’opera, da una decisione che vanifica ogni legittima aspettativa, per quanto aleatoria possa essere, di potere ottenere una supplenza nell’anno scolastico in corso”.
Fonte: www.informazionescuola.it