I trasferimenti di scuola fanno parte del lavoro dell’insegnante, ma anche le forme di sostegno economico per chi deve spostarsi di sede, come accade nel privato.
“Qualche sostegno per il trasferimento degli insegnanti andava preso in considerazione”: a dirlo è stata la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli nel corso della trasmissione Zapping su Radio Uno del 17 maggio.
Premettendo che “quando ci sono cambiamenti nella scuola non si riesce mai a farli con il massimo consenso”, la ministra ha fatto notare che “i principi e le scelte fatte erano e sono importanti” e che “se fai l’insegnante sai che ti devi muovere e andare dove sono gli studenti”.
Se questa parte della riforma “la avessimo fatta con la gradualità’ necessaria e con i supporti necessari, come fanno le aziende, come si fa in casi analoghi – ha ammesso – sarebbe stato meglio. Qualche sostegno per il trasferimento andava preso in considerazione”.
La ministra si è riferita, in particolare, a quelle migliaia di precari storici immessi in ruolo – con le Fasi B e C del piano di assunzioni della Legge 107/15 – molto lontano da casa e che tanto hanno protestato per via delle alte spese da affrontare per vivere e tornare di tanto in tanto a casa.
Commentando la testimonianza di un’insegnante prossima alla pensione che ha dichiarato di non sentirsi più al passo con gli studenti, la Fedeli ha detto che è giunta l’ora di far “entrare nuove e diverse competenze nella scuola”.
Le novità previste dalla delega sul reclutamento “andranno a regime nel giro di 3 – 4 anni”, ha concluso. Aggiungendo che sarà l’occasione per mandare in cattedra persone abilitate diversamente per l’insegnamento e giovani.