Fonte: latecnicadellascuola.it – Per l’accesso agli Esami di Stato del secondo ciclo, continuerà ad essere indispensabile la sufficienza in tutte le materie, condotta compresa.
Alla primaria, inoltre, rimarranno in vita i voti numerici. Alla fine, il Governo non se l’è sentita di introdurre, sempre per essere ammessi alla maturità, la media del sei e le lettere all’americana.
Queste ultime due novità, invece approvate dalle commissioni parlamentari, avevano creato una mole di proteste notevole. Così, seppure al fotofinish, il 7 aprile il testo dovrebbe approdare in CdM, si è tornati indietro.
Mercoledì 5 aprile, su questo e gli altri sette decreti della Buona scuola, c’è stato anche un pre-consiglio dei ministri.
Sulla maturità, quindi, rimane tutto come è oggi: in realtà, si può accedere con insufficienza a patto però che ci sia una delibera motivata del consiglio di classe; con la nuova norma, però, bisognerà obbligatoriamente penalizzare il maturando “aiutato” con un punteggio ridotto nella tabella dei crediti.
Secondo l’Ansa, inoltre, le prove Invalsi, che testeranno anche la conoscenza dell’inglese, non saranno incluse nell’esame (neppure in quello di terza media), ma la partecipazione a questo tipo di verifica, che verrà fatta ad aprile o maggio, sarà obbligatoria per gli studenti.
E sempre a proposito dell’esame nei colloqui si darà spazio anche a temi come cittadinanza e costituzione, il cui studio verrà rafforzato già dalla Primaria.
Quanto alla questione dei voti nel primo ciclo di istruzione, sembra essersi risolta con un passo indietro rispetto all’iniziale proposta di utilizzare le lettere, dalla A alle E, per valutare i ragazzi: resteranno perciò i voti in numeri, accompagnati da una maggiore descrizione delle competenze acquisite dagli alunni.
Le novità dovrebbero essere adottate il prossimo anno nel primo ciclo di istruzione e in quello successivo (2018-2019) nelle Superiori in modo da avere il tempo per mandare a regime per tutti l’alternanza scuola-lavoro.
Per quanto riguarda gli altri decreti, nel provvedimento relativo al sostegno per gli studenti con disabilità vengono recepite parecchie delle richieste avanzate dalle associazioni, a cominciare da quella relativa al tetto di alunni per classe (che tornerebbe a quota 20).
Per il diritto allo studio, dice ancora l’Ansa, è prevista la triplicazione dei fondi, da 10 a 30 milioni; stanziamento di risorse per l’erogazione di borse di studio a favore degli studenti iscritti agli ultimi due anni delle scuole Superiori, per l’acquisto di libri di testo, per la mobilità e il trasporto, per l’accesso a beni e servizi di natura culturale.
L’ultima parola spetta comunque al Governo per l’approvazione definitiva. Poi ci saranno le ultimissime tappe: bollinatura del Mef, passaggio al Quirinale e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.