Parere positivo dalle commissioni di Senato e Camera alla delega sul “sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni”.
Il parere espresso ieri chiarisce che per diventare educatore negli asili nido occorre la laurea triennale, mentre per insegnare nella scuola dell’infanzia occorre la laurea magistrale.
Se un docente di scuola dell’infanzia vuole diventare educatore di asilo nido deve acquisire altri 60 crediti formativi universitari.
Il parere chiede inoltre al governo di riconoscere, per l’inserimento nelle graduatorie provinciali dei precari, il servizio prestato nelle sezioni primavera per i piccoli di età compresa fra 24 e 36 mesi.
Infine il fondo di 670 milioni di euro che finanzierà questa nuova riforma dell’infanzia andrà direttamente nelle casse di comuni e la ripartizione avverrà in maniera inversamente proporzionale alla presenza di sezioni (classi) di materna statale sul territorio: meno sezioni e più fondi statali.
Francesca Puglisi, relatrice in commissione al Senato, spiega così:” L’intero percorso da zero a sei anni diventa di istruzione e formazione. In precedenza il segmento da zero a tre anni rientrava nel welfare. Con 300 milioni, il Governo Prodi fece balzare dal 9 al 17 per cento la presenza di nidi e micro-nidi nei comuni italiani. Con 670 milioni si dovrebbe arrivare al 33 per cento”.
L’obiettivo della delega è quello di estendere la scuola dell’infanzia a tutti i bambini dai tre ai sei anni (attualmente siamo al 94 per cento) e la presenza di servizi per l’infanzia al 75 per cento dei comuni. Alla base della riforma un percorso di continuità educativa per le bambine e i bambini costituito dai servizi 0-3 (nidi, micronidi e spazi gioco), dalle sezioni primavera (24-36 mesi) e dalle scuole dell’infanzia statali e paritarie.
“Lo schema di decreto legislativo”, si legge nel parere, “stanzia risorse utilizzabili per incrementare i posti disponibili”.
fonte: www.orizzontescuola.it