– Atteso prima di Natale, annunciato a gennaio dal sottosegretario al ministero dell’istruzione, Vito De Filippo, riconfermato come imminente dalla ministra Valeria Fedeli, il concorso per la copertura nel triennio di circa 1.500 posti di dirigente scolastico non vede ancora la luce.
A fine gennaio, dando notizia degli annunci e del ritardo maturato, Tuttoscuola paventava il rischio che il concorso non si concludesse in tempo utile per le nomine a settembre. Ora il timore sta diventando certezza, non ci sono più i tempi tecnici.
L’anno prossimo, quindi, avremo circa 1.250 reggenze, perché alle 900 istituzioni scolastiche già vacanti per il concorso tardivo ce ne sono altre 334 sottodimensionate che per legge non hanno il titolare e sono affidate in reggenza a un dirigente scolastico di un’altra istituzione.
Avremo in questo modo 2.500 istituzioni scolastiche – quasi il 30% delle 8.281 istituzioni scolastiche funzionanti – con il dirigente a mezzo servizio perché impegnato sia nella sede di titolarità sia in quella di reggenza. Chi sta affrontando questo doppio impegno può testimoniare quanto sia complicato e oneroso.
La precarietà del governo della scuola compromette il buon funzionamento del sistema e pregiudica l’efficacia dei risultati attesi. Quali le ragioni di questo incomprensibile ritardo? Ve ne sono due e fanno capo rispettivamente al Ministero dell’economia e finanze (che deve autorizzare la spesa dei concorsi) e alla Funzione Pubblica (che deve dare l’ok all’impianto concorsuale).
Mentre sembra che il Mef abbia espresso parere favorevole per il bando a 1.500 posti, la Funzione Pubblica, invece, avrebbe avanzato riserve non secondarie sull’impianto del concorso.
A quanto sembra, la previsione di demandare ad un decreto ministeriale le modalità organizzative e i criteri di valutazione del corso di formazione dirigenziale e del tirocinio non troverebbe d’accordo la Funzione Pubblica che vorrebbe includere modalità e criteri già all’interno del bando.
Se così fosse, oltre a dover porre rimedio immediatamente e adeguatamente a questo vuoto, è probabile che vada in proposito acquisito nuovamente il parere del Consiglio di Stato che si era già espresso nell’ottobre scorso favorevolmente con osservazioni.
In ogni caso i tempi si allungano.