Si è svolto martedì 7 febbraio 2017 il primo confronto tra MIUR e sindacati sul tema dell’assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole, quella che viene denominata “chiamata diretta”. Il punto in questione è rimasto in sospeso nella trattativa sulla mobilità 2017/18 e come affermato dagli stessi sindacati, vincola la firma definitiva del contratto. La proposta presentata da MIUR, riferisce la FLC CGIL, “confluisce sostanzialmente nella linea tracciata lo scorso anno”, quella che ha portato alla rottura del tavolo negoziale. Il problema resta sempre lo stesso: il dirigente ha troppa discrezionalità.
Chiamata diretta Miur: salta anche l’intesa sulla mobilità?
Non si incontrano proprio le idee di Miur e sindacati sulla chiamata diretta: mentre il primo vuole lasciare ampi margini decisionali al scolastico, i secondi aspirano a criteri più chiari. “Sono molto marcate le divergenze con le nostre aspettative”, afferma la FLC CGIL. “Il Collegio viene chiamato in causa solo per essere “sentito”, l’elenco nazionale è indicativo di 36 requisiti e ulteriori possibili, il dirigente definisce un ordine di priorità a suo parere, gli USR di competenza intervengono nelle fasi finali dove non si nomina nemmeno il punteggio”.
Il testo ministeriale non rimanda a nessuna delle istanze dei sindacati in nessun punto, è lontano dall’intesa raggiunta lo scorso 29 dicembre e aderisce perfettamente alla legge 107/2015. La prossima proposta, che si spera venga rivista, arriverà giorno 9 febbraio. E se sarà nuovamente deludente, che fine farà l’intesa sulla mobilità? Non ci resta che attendere.
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