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Scuola, bisogna vincere il concorso altrimenti si paga per insegnare: ecco perchè

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logo5La nuova riforma del reclutamento continua a destare perplessità e a suscitare polemiche. Si tratta di un grosso cambiamento rispetto al passato, questo è innegabile, ma appare scontato che non mancherà di creare problemi e anche grossi. Il punto focale del discorso è il fatto che, per la prima volta, non sarà il docente a doversi prima abilitare (a proprie spese) per poi partecipare al concorso ma l’esatto contrario. Infatti, prima si parteciperà al concorso e se il docente riuscirà a vincerlo, sottoscriverà un contratto a tempo determinato (altra novità non digerita dagli insegnanti) che prevede, il primo anno, il corso di specializzazione a tempo pieno presso le Università.

Ultime notizie scuola, 25 gennaio 2017: o vinci il concorso o ti abiliti a tue spese

Dunque, il docente conseguirà l’abilitazione a spese dello Stato. Il problema si porrà per gli insegnanti privati perchè se da una parte la legge Berlinguer del 2000 sulla parità scolastica impone loro il possesso dell’abilitazione per poter insegnare in una scuola paritaria, dall’altra l’articolo 33 della Costituzione impone che l’istituzione delle scuole private non debba comportare maggiori oneri per lo Stato. E allora? La conclusione non potrà che essere questa: i docenti ‘bocciati’ al concorso saranno costretti ad iscriversi ai corsi di specializzazione in sovrannumero, pagando di tasca propria per ottenere l’abilitazione e insegnare nelle scuole paritarie, e magari dovranno subire la beffa di sedersi accanto ai vincitori di concorso.pacchetti-certificazioni-new

Manuela Ghizzoni: ‘Saranno due carriere separate, comunque miglioreremo l’articolo 15’

‘Non credo che alle scuole secondarie paritarie si indirizzeranno solo coloro che non sono riusciti ad entrare nel nuovo sistema di accesso al ruolo previsto per quelle statali’. Questa l’immediata risposta di Manuela Ghizzoni del Partito Democratico, relatrice del provvedimento. ‘Anzi. Proprio perché le due carriere si separeranno, chi sceglierà la paritaria lo farà perché crede in quel progetto educativo. L’articolo 15 della delega (quello sulle scuole paritarie, ndr) presenta un problema di formulazione. Cercheremo di migliorarlo, anche se l’inconveniente risale alla versione definitiva della legge 107, che consente l’accesso al corso di specializzazione a proprie spese senza vincolarlo al reale fabbisogno delle scuole paritarie’. Nuovo ‘ghiotto materiale’ per l’ennesima valanga di ricorsi al TAR?
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