Nulla di fatto dopo l’incontro di oggi tra sindacati e Miur, dove si sarebbe dovuto risolvere il nodo sulla chiamata diretta dei docenti titolari di ambito su scuola.
L’incontro è iniziato oggi alle ore 10,30 trattando il punto sugli Ata, che trova anche l’amministrazione possibilista per consentire al personale Ata di potere fare una domanda su più province e non più su una sola provincia.
La questione della chiamata per competenze che è uno dei nodi che potrebbe mettere a rischio l’intero accordo sulla mobilità, è stato trattato dopo le 13,30 a causa di un ritardo del rappresentate del Miur Dott. Giuseppe Bonelli. L’amara sorpresa è stata scoprire che il Miur ha presentato ai sindacati una proposta che è sembrata irricevibile, e che, presumibilmente, per ora ha fatto interrompere i lavori. Si tratta di una serie di criteri che, da indiscrezioni interne al tavolo delle trattative, sarebbero più o meno gli oltre 40 criteri dell’anno scorso, in cui non è tenuto in alcun conto l’anzianità di servizio dei docenti.
La questione sembra non essere stata gradita da tutte le parti sindacali che hanno pensato bene di rimandare il confronto a giovedì 26 gennaio, sperando che la pausa possa portare consiglio e si possa ragionare sulla base degli accordi politici presi il 29 dicembre 2016.
Si tratta con ogni evidenza di una vera e propria fumata nera che complica la situazione che fino ad adesso era sembrata abbastanza agevole. Non è stato risolto ancora, oltre i buoni intenti, il punto riguardo l’assegnazione dei docenti ai plessi e alle sezione associate, in tutti gli istituti che avranno un codice meccanografico unico e che quindi avranno un organico dell’autonomia pure unico, si tratta, in modo particolare, di Istituti d’Istruzione Superiore e Istituti Comprensivi.