Chi pensava che i problemi del precariato scolastico italiano e della meritocrazia dei docenti si sarebbero risolti dalla “Buona Scuola” di Renzi-Giannini ora è servito: da un bilancio della riforma approvata nell’estate 2015, realizzato dal Sole24Ore, risulta infatti chiaramente che il numero di docenti non di ruolo che occupano stabilmente delle cattedre sia altissimo; inoltre, il bonus annuale si è rivelato un vero flop, perché è andato a incentivare un lavoratore della scuola su quattro, con cifre irrisorie che corrispondono in media a incrementi pari a circa 30 euro netti al mese a beneficiario.
“Come paventato da sempre dal sindacato, – spiega Marcello Pacifico dell’Anief- i quasi 120mila assunti nell’ultimo biennio, “poco più di 86mila stabilizzazioni di docenti precari, a cui si sono aggiunte, lo scorso settembre, 29.720 assunzioni di nuovi insegnanti”, peraltro in larga parte attuati solo sulla spinta delle sentenze della Corte di Giustizia europea sull’abuso di precariato in Italia, non sono quindi bastati a scongiurare la cancellazione del fenomeno delle supplenze croniche: il precariato dei docenti è passato da 118.172 unità dell’anno scolastico 2014/15 a 80.000 dell’anno in corso”.
Miur e sindacati si sono accordati per assegnare ai precari, nell’a.s. 2017/18, il 60% dei posti che risulteranno disponibili per i ruoli. I docenti reputano questa una misura minima, e chiedono di eliminare la deroga al vincolo triennale di assunzione nella provincia di immissione in ruolo e l’aumento della aliquota (come compensazione per la mobilità 2016/17 effettuata sul 100% dei posti disponibili).
A situazione invariata, potranno esserci buone possibilità per i docenti delle GaE delle secondarie, più difficile invece la situazione per infanzia e primaria, anche in considerazione dei continui inserimenti nelle Graduatorie ad esaurimento dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02, che rendono impossibile al momento ogni previsione.
Ci sono poi i docenti precari della II fascia delle graduatorie di istituto, o comunque in possesso di abilitazione. In attesa di una fase transitoria che li porti verso il ruolo, o comunque verso la riapertura delle Graduatorie ad esaurimento, la modalità della fase transitoria è ancora top secret. E soprattutto i tempi di realizzazione.
E ancora, i numerosi docenti in attesa di conseguirla l’abilitazione, attraverso il famoso TFA, l’ultimo nel 2014, sempre promesso (per tutte le classi di concorso, solo per quelle esaurite, a giugno, a settembre, dopo gennaio) e mai realizzato.
Sarebbe interessante sapere quanti tra gli 80.000 docenti precari sono in possesso di più di 36 mesi di servizio, quella misura che ha fatto scattare il piano straordinario di immissioni in ruolo del 2015 e che ancora oggi determinano cospicui risarcimenti da parte dei giudici
“Se si pensa anche alla grave dimenticanza degli Ata nel piano assunzioni (per i quali ci sono tra i 30mila e i 40mila posti vacanti considerando anche il potenziamento della categoria) e alla cervellotica collocazione dei neo-assunti, spostati di centinaia di chilometri di sede pur in presenza di posti vacanti nella propria provincia, siamo al fallimento totale. Ancor di più, se si torna alle intenzioni espresse nell’estate del 2014 dall’ex premier Matteo Renzi nel presentare la sua riforma della scuola con 150mila assunzioni e la fine della supplentite.