Sembra incredibile, la legge 107 è nata per mettere ordine nella scuola, soprattutto per cercare di diminuire (se non debellare) quella che l’Ex Ministro chiamava la supplentite (valanghe di contratti a tempo determinato che generano da anni, se non decenni, precariato).
Ma il Ministro e il suo entourage sono riusciti veramente nell’intento? Non sembra proprio; vediamo perché.
L’anno scorso col potenziamento si sono creati circa 50000 nuovi posti a tempo determinato, 50000 potenziali nuovi docenti da immettere in ruolo, evidentemente con il concorso che il Ministro ha bandito (in fretta e furia) cercando di diminuire il precariato.
Non è andata proprio così purtroppo: la mobilità straordinaria (su tutto il territorio nazionale) ha creato una situazione del tutto nuova e completamente non prevista dal ministero (ma forse solo dal ministero); molti docenti che vivevano e insegnavano al nord da un bel po’ di anni hanno pensato bene di scendersene, quale migliore occasione se non questi nuovi posti creati ad hoc per tornare nelle proprie terre e nelle proprie regioni. E così è stato. Tutti i posti sono stati dati alla mobilità in modo tale che al centro-sud neppure i vincitori di concorso sono riusciti ad entrare in ruolo (Es.: Campania, informatica 44 posti messi a concorso solo 1 è entrato in ruolo nel primo dei tre anni delle graduatorie). Ma al Nord è successo di peggio (o di meglio): le regioni, completamente sguarnite di docenti hanno fatto subito ricorso alle graduatorie di seconda e terza fascia, chiamando tutta la terza fascia su cattedre annuali. (La terza fascia è composta da laureati inseriti in graduatoria) in alcuni casi non è bastata la terza fascia e si è fatto ricorso alle messe a disposizione. Persone che in terza fascia avevano fatto fino all’anno scorso solo pochi giorni di supplenze si sono trovati ad insegnare come docenti titolari per tutto l’anno, soprattutto sul sostegno, dove gli specializzati sono praticamente inesistenti.
La supplentite è quindi tutt’altro che sconfitta, ora ci sono ancora più docenti che rivendicano diritti in vista del loro insegnamento pregresso: il ministero non può utilizzare docenti che hanno fatto un percorso di studi, che fanno master, che si aggiornano e poi accantonarli come se nulla fosse successo. E’ ora che al Miur si sveglino e comincino a capire e trovare un sistema di reclutamento che valorizzi tutti questi docenti che da anni sono nella scuola a svolgere seriamente e con passione il loro lavoro.