Che ne sarà della Buona Scuola con il nuovo Governo e il nuovo ministro dell’Istruzione Fedeli Come afferma chiaramente Il Fatto Quotidiano, “difficile, quasi impossibile, che la Buona scuola venga ripensata radicalmente nei suoi punti fondanti”. Questo perché, come fanno sapere dal Miur, ci vorrebbe una legislatura intera per farlo. Non c’è quindi alcuna intenzione (né tanto meno il tempo) di attuare una controriforma. Non a caso Gentiloni non ha menzionato questo aspetto nel suo lungo discorso. Ma avendo chiaro in mente cosa NON bisogna aspettarsi, proviamo a capire cosa invece potrebbe succedere.
Fedeli al Miur: cosa cambia nella Buona Scuola?
Fermo restando che la Buona Scuola non potrà essere cambiata nella sua struttura, la speranza resta che Valeria Fedeli sia disposta al dialogo e ad apportare alcune modifiche o correttivi. Ad esempio, concedere la deroga sul vincolo triennale dei trasferimenti per i docenti neoassunti e permettere anche per il prossimo anno la titolarità su scuola. Che dire del resto? Bisogna aspettarsi sicuramente un rallentamento sui fronti ancora aperti, come quello delle deleghe della legge 107. L’unica che è quasi certo vada in porto è quella relativa alla scuola dell’Infanzia. Le altre probabilmente subiranno una proroga (riforma del sostegno e del reclutamento, per esempio). Sono svanite le speranze di un potenziamento dell’infanzia, nonostante le promesse di Renzi (ma non è una novità). Di nuovi Tfa e concorsi riservati ai supplenti non se ne parla. L’unico Tfa al momento resta quello per il Sostegno, dato che il bando è già stato pubblicato. A trovare una soluzione per i precari, sostiene Il Fatto Quotidiano, ci dovrà pensare il prossimo Governo.