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Mobilità, Fedeli apre alla deroga. Resta il nodo del ruolo regionale. Come superarlo

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banner-certificazione-inform-newIncontro fondamentale quello che avverrà tra il neo ministro Fedeli e i sindacati. Sarà, infatti, il primo faccia a faccia con i sindacati, nel corso del quale si capiranno i margini di manovra che il nuovo titolare del Miur avrà a disposizione a fronte delle numerose esigenze del mondo della Scuola. Di certo non si potrà, né il neoministro vuole, mettere mano in maniera radicale alla riforma della legge 107. Ma qualcosa si potrebbe già muovere in questo primo incontro. Soprattutto in tema di mobilità. Un argomento sul quale la Fedeli è già intervenuta, dando la propria disponibilità alla trattativa. Occorre però che la trattativa si focalizzi anche su un aspetto che in queste settimane è parso secondario. Quello che prevede, secondo legge che “A decorrere dall’anno scolastico 2016/2017 i ruoli del personale docente sono regionali, articolati in ambiti territoriali, suddivisi in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso e tipologie di posto…” Si tratta di un comma che potrebbe essere molto svantaggioso per i docenti perdenti posto,in quanto, se i ruoli sono regionali, potrebbe voler dire che il perdente posto di una provincia, non trovando collazione in nessun ambito della stessa, potrebbe essere trasferito d’ufficio in un ambito di un’altra provincia della Regione di titolarità. Si spera, quindi che  il Ministro confermi, riguardo alla mobilità e ai perdenti posto, le norme degli anni precedenti, assicurando ai docenti in soprannumero provinciale di restare nella provincia di titolarità.

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