“È una questione centrale e dovremo trovare nuove soluzioni, magari sperimentali. Con grande attenzione, tocchi una cosa e ne viene giù un’altra”.
A dirlo è stato, nel corso dell’intervista rilasciata a Repubblica, il nuovo ministro dell’Istruzione Veleria Fedeli, riferendosi all’alto numero di spostamenti da Sud a Nord dei docenti assunti con la riforma votata dal governo Renzi nel luglio 2015.
Trova spazio, quindi, la volontà del ministro, ma probabilmente anche di chi l’ha voluto alla guida del Miur, di trovare una soluzione al problema.
Come abbiamo scritto in un articolo di approfondimento sull’ipotesi di accordo per la mobilità 2017/18, “innanzitutto bisognerà derogare la legge 107/2015 per quanto attiene i trasferimenti del personale docente, consentendo, agli insegnanti che fanno domanda di mobilità, la scelta delle preferenze sintetiche su scuola e non il trasferimento su ambiti territoriali”.
Ora, per capire se ci sono dei margini reali in questa direzione, se vi saranno compresi anche i docenti che chiedono i trasferimenti interprovinciali, bisognerà attendere poche ore. Già in occasione del primo incontro, infatti, si comprenderà se è intenzione del nuovo ministro trovare soluzioni alternative ai punti di maggiore criticità e conflitto nella prima fase di attuazione della legge 107: a Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals chiederà – in incontri bilaterali – il loro punto di vista sulla Buona scuola e su come risolverli.
La Fedeli proseguirà il metodo di “ascolto” nei prossimi giorni incontrando associazioni di studenti, docenti, ricercatori, rettori, insomma, i rappresentanti di chi opera per la formazione e a tutti i livelli.
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