Valeria Fedeli è il nuovo ministro dell’Istruzione. Un nome a sorpresa venuto fuori al termine di una giornata convulsa. Una girandola di nomi si sono rincorsi per ore su quello che doveva essere il nuovo titolare dell’Istruzione. Le prime notizie davano per certo, stamattina, l’incarico a Marco Rossi Doria. Il maestro di strada napoletano, già sottosegretario con i governi Monti e Letta, aveva il profilo giusto del tecnico con esperienze anche politiche, proprio al Miur. Sembrava cosa fatta, ma nel pomeriggio, dopo la direzione del Partuito Democratico le cose hanno preso un’altra piega. I renziani perdevano troppi ministeri e quindi si è cercato di trovare una nuova quadra. Nel giro di qualche ora ha, così, preso quota la candidatura di Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera ed ex sottosegretario agli Interni. Il nome era venuto fuori dall’ennesima riunione.
Ma proprio quando la quadra sembrava essere giunta è scoppiata la grana Ala. I verdiniani hanno reclamato a gran voce posti nei dicasteri. A questo si andava ad aggiungere una scarsa presenza femminile e l’impuntatura della Boschi nell’avere un posto nell’esecutivo. Insomma, un pasticcio. Gentiloni ha, quindi, rifatto marcia indietro per la terza volta nel giro di poche ore, maledicendo in cuor suo il rifiuto oppostogli da Cuperlo nella giornata di ieri. Il Miur è diventato, così, la pietra angolare delle trattative. Che si concludevano con l’incarico a Valeria Fedeli. La Fedeli, attualmente vicepresidente del senato, toscana e con un passato da sindacalista è entrata in parlamento in quota Bersani. Di lei si ricordano le battaglie in favore delle donne e della parità di genere. Ma un profilo troppo lontano dal mondo della scuola per soddisfarlo. Nessuna espreienza, se non una lontana attività sindacale. Quanto tempo impiegherà per capire i meccanismi del Miur? Troppo in ogni caso per poter risolvere vicende drammatiche che necessitano di risposte immediate.
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