La manovra di Bilancio sarà votata senza cambiamenti in Senato rispetto a quella approvata alla Camera. Sarà, anche, l’ultimo atto di governo di Matteo Renzi, che dopo rassegnerà le proprie dimissioni definitive. la maggiornaza non presenterà nessun emendamento e il testo sarà blindato. Tra le misure che salteranno ci sono quelle sulla scuola che la maggioranza aveva ritirato alla Camera e promesso di ripresentare al Senato. Si trattava di passaggi importanti, molti tesi a porre rimedio a errori della legge 107. C’erano poi misure come quelle riguardanti la mobilità e le assunzioni, attese da centinaia di migliaia di docenti. Resta in piedi la trasformazione delle cattedre da organico di fatto ad organico di diritto. Si tratta di uno stanziamento di 140 milioni nel 2017 e 400 milioni a decorrere dal 2018. Nel testo della Legge di Bilancio, però, non cè traccia del numero di cattedre da trasformare, compito che era stato assegnato ad un emendamento firmato PD che determinava in 20mila cattedre ordinarie e 5mila di sostegno. Adesso l’emendamento non potrà essere ripresentato come promesso dalla Maggioranza durante i lavori parlamentari e la decisione finale di quante cattedre trasformare dipenderà dal Ministero dell’Economia che aveva ipotizzato un massimo di 10mila nuovi posti. Altro emendamento che era stato ritirato per ripresentarlo in Senato riguardava la deroga del vincolo triennale per la mobilità che avrebbe agevolato molti docenti per ritornare nelle proprie regioni d’origine e che avrebbero trovato più posti grazie all’aumento delle cattedre in organico di diritto. Per quanto riguarda i finanziamenti alle deleghe, esse saranno approvate insieme alla Legge di Bilancio, ma appare chiaro che sarà difficile, se non impossibile, realizzarle prima della scadenza prevista dalla riforma per il 16 di gennaio.
fonte:www.oggiscuola.it