il giudizio di Stefania Giannini, a proposito delle modalità di gestione del reclutamento scolastico precedente al suo Governo, è durissimo: intervistata dal settimanale “Sette”, del Corriere della Sera, la responsabile del Miur non nasconde la sua contrarietà quando il cronista le chiede se effettivamente Tfa e Pas “non hanno assolto la loro funzione”, in particolare per “la predominanza della didattica sulla conoscenza della disciplina”.
La Giannini definisce I corsi abilitanti Tfa e Pas “fabbriche di illusioni”, che hanno prodotto solo frustrazioni per chi li ha frequentati (pagando) e per chi vi ha insegnato.
E certamente amplia il discorso sul nuovo modello di reclutamento, che sembrerebbe più simile all’eliminazione dell’abilitazione per dare spazio ai concorsi per i laureati con successivo percorso abilitante pre-ruolo. Vediamo come dovrebbe essere (in teoria):
Il nuovo modello di reclutamento della legge 107 prevede che (al netto del concorso 2015), il nuovo concorso per insegnanti dovrebbe essere aperto a coloro che hanno conseguito una laurea magistrale (180 crediti, di cui un minimo di 24 in discipline antropo-psico-pedagogiche-metodologiche e di tecnologia didattica).
Vincendo il concorso si ottengono l’assegnazione a un’istituzione scolastica (o rete di scuole) e un contratto retribuito a tempo determinato di durata triennale di tirocinio.
Il tirocinio triennale prevede, nel primo anno, un corso annuale istituito dalle università (anche in convenzione con le scuole) per completare la preparazione nella didattica disciplinare, al termine del quale si consegue un diploma di specializzazione.
Nel secondo e terzo anno, i futuri docenti si cimenteranno con tirocini formativi nelle scuole e con le supplenze. Solo alla fine di questi passaggi, e a seguito di «positiva conclusione e valutazione», i candidati potranno firmare un contratto a tempo indeterminato e diventare definitivamente docenti di ruolo.
Quindi per il nuovo concorso (2018 o 2019) si parla di poter accedere con laurea magistrale. Ma la laurea magistrale non è altro che la laurea 3+2 , che stanno prendendo adesso tutti coloro che frequentano l’università; il “semplice” titolo di studio con il quale fino ad oggi si è avuto accesso alla terza fascia (e con il quale si sta lavorando in tante provincie del Nord che scarseggiano di docenti).
Ricapitoliamo: La laurea magistrale dà accesso al concorso; chi vince fa tre anni: uno di abilitazione e due di tirocinio.
Allora a che serve fare il terzo ciclo TFA? Se l’abilitazione col prossimo concorso si acquisirà dopo il superamento del concorso stesso, a cosa serve abilitarsi anche prima? Qualche dubbio è lecito. Un detto famoso citava “a pensar male si fa peccato, ma a volte si azzecca“.
www.scuolainforma.it