www.oggiscuola.it – D’improvviso Renzi si è accorto della scuola. L’iperattivismo del premier nei confronti dei problemi dell’universo scolastico pare facilmente spiegabile: tra venti giorni si vota il referendum. Un referendum su cui pesa moltissimo il distacco degli operatori della conoscenza, delusi nella stragrande maggioranza dalla riforma. Ma anche da come è stata, successivamente, gestita. Il concorsone pare infinito: ancora oggi il consiglio di Stato ha riaperto a nuove prove suppletive per gli abilitandi Pas e Afam. Per non parlare della vicenda GaE e diplomati magistrali. O del caos in cui versa il mondo del sostegno. In queste settimane si sono succeduti interventi del ministro o dei suoi sottosegretari, che hanno rilanciato promesse di assunzioni e di innovazioni sostanziali. Ma mancava qualcosa: quel qualcosa era la promessa bomba. L’unica in grado di rasserenare, o almeno di sperare di farlo, l’universo del precariato in eterna agitazione. Assumere tutti i precari e niente concorso per loro. Duecentomila assunzioni promesse. Senza se e senza ma. Lo ha detto il premier. Gli crederanno gli insegnanti? Difficile dirlo. Possono i sindacati cantare vittoria se non riescono a strappare nemmeno l’aumento in busta paga dopo otto anni di attesa? Resta la sensazione di un’uscita fuori tempo massimo, con il sapore dell’annuncio strappa-consensi. Però, duecentomila assunzioni e fine del precariato sarebbero proprio una bella notizia.