Dopo la Consulta, anche la Cassazione promuove l’azione del Governo Renzi sul fronte del precariato giudicando sufficiente il piano straordinario di assunzioni della ‘Buona Scuola’.
La Cassazione ha ritenuto idonea la misura che risponde ai richiami dell’Unione Europea e della Corte Costituzionale contro l’abuso del precariato, realizzata attraverso la riforma ‘la Buona scuola’, varata dal governo Renzi con la legge 107/2015, che ha stabilizzato nel ‘sistema istruzione’ decine di migliaia di docenti e di personale amministrativo e tecnico.
Il 7 novembre, la Suprema Corte ha pubblicato le prime sette sentenze pilota (numeri da 22552 a 22558) che hanno deciso una prima tranche dei 79 ricorsi contro i contratti a termine proposti da precari della scuola – da oltre 36 mesi – e esaminati il 18 ottobre dopo l’entrata in vigore della riforma: per la Consulta, la riforma è “misura proporzionata, effettiva, sufficientemente energica ed idonea a sanzionare debitamente l’abuso” di contratti a termine e a “cancellare le conseguenze della violazione del diritto dell’Unione europea”.
A luglio, era stata la Corte Costituzionale a ritenuto sostanzialmente sanata dalla Legge 107/15 l’ingiustizia del precariato reiterato in Italia.
Nei fatti, tuttavia, le supplenze del personale docente non sono sostanzialmente diminuite, anche successivamente le quasi 90 mila assunzioni attuate con la Buona Scuola del Governo Renzi: una circostanza di cui, evidentemente, la Cassazione non ha tenuto conto.
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