www.latecnicadellascuola.it – I 48mila docenti assunti con la fase C del piano straordinario della Buona Scuola dovevano essere quelli più esposti agli spostamenti di sede.
Alla resa dei conti, sono stati i più tutelati. E, per quanto ne sappiamo, il trend positivo per loro non cambierà.
Facciamo un piccolo passo indietro. Sino a fine autunno 2015, quando il 90% dei docenti in procinto di essere assunti, come ultimo atto delle immissioni in ruolo della L. 107/15, sembrava destinato a fare le valigie. Del resto, è sempre stato così: gli ultimi assunti si vanno a collocare sui posti liberi, anche se lontani. Invece, venne data loro la possibilità di completare l’eventuale supplenza annuale da loro sottoscritta.
Arriviamo alla scorsa estate, quando l’algoritmo ha mandato almeno un docente su tre a centinaia di chilometri da casa. In diversi casi anche sbagliando. Con gli errori pure accertati.
Inevitabili, a quel punto, sono arrivate le conciliazioni. Ma anche i toni concilianti. Perché le pressioni su Parlamento e Miur da parte dei “gestori” degli enti locali – sindaci, governatori, assessori – hanno sortito l’effetto di creare dei posti aggiuntivi (creati spesso dal nulla), al fine di rendere efficaci le domande di assegnazione provvisoria prodotte proprio da quei docenti destinati non certo a due passi dal domicilio.
Prima di loro, a trovare posto vicino casa erano stati gli 8mila della fase B delle assunzioni della Buona Scuola: l’anno prima, invece, erano stati spediti lontano da casa, per via della strana scelta del legislatore della L. 107 di collocare prima loro sui posti liberi. Dopo l’anno di sofferenza, però, hanno fatto valere la maggiore età aggiudicandosi quasi sempre le collocazioni sull’ambito chiesto, anche interprovinciale.
Prima di loro, a sorridere, erano stati i docenti più “giovani” della fase C, in prevalenza messi sui posti del potenziamento (spesso a due passi dall’abitazione).
Arriviamo ai nostri giorni. Con i prof assunti con la Legge 107 che già pensano al futuro prossimo. Perché sanno bene che nel settembre 2017 terminerà l’anno di assegnazione provvisoria. E, logica vuole, torneranno nell’ambito territoriale dove sono stati collocati.
Il condizionale, però, mai come in questa occasione è d’obbligo. Perché a quanto ci risulta, l’assegnazione provvisoria interprovinciale verrà loro concessa anche il prossimo anno. Terminato il quale, potranno pure tentare il trasferimento nella terra natia o giù di lì. Quella che, proteste a parte, nei fatti molti di loro non hanno mai lasciato e probabilmente mai lasceranno. Ecco perché non dovrebbero indignarsi se li chiamiamo “i fortunati della Buona Scuola”.