Questa la sintesi di intense giornate, in cui i sindacati hanno cercato un dialogo con l’Amministrazione. Di fatto il dato più importante, la pubblicazione del famoso algoritmo che ha costretto (finora, in quanto manca ancora il dato della secondaria di II grado) ad un trasferimento più di 8.000 docenti, rimane segreto nelle stanze del Miur.
Da un lato i sindacati avanzano l’ipotesi che gli innumerevoli errori riscontrati possano essere dovuti ad una taratura dell’algoritmo diversa rispetto a quanto concordato (e messo per iscritto) nel Contratto integrativo, dall’altro il Miur insiste sulla correttezza e ammette solo delle anomalie dovute al numero eccessivo di record inseriti (nove milioni e mezzo solo per la fase C della primaria).
E a chi si lamenta dell’eccessivo esodo determinato dalla mobilità straordinaria ricorda che le regole sono state condivise e sottoscritte proprio con i sindacati
Le parole “A fronte di docenti che escono dalla loro regione ce ne sono anche tanti che rientrano. I primi sono neoassunti. Docenti passati, con il piano di assunzioni del 2015, da uno stato di precarietà al contratto a tempo indeterminato. A rientrare sono insegnanti che per anni hanno lavorato fuori dalla loro regione. Per molti di coloro che devono spostarsi – chiude il Ministero – grazie ad uno specifico provvedimento del Governo, ci sarà la possibilità di usufruire delle assegnazioni provvisorie che consentiranno a tanti insegnanti di restare comunque nella propria regione”.
Ma in questo modo il Ministero elude il problema, che non è solo quello emotivo legato al trasferimento forzato, ma quello di essere coscienti che le procedure sono state corrette, verificabili, trasparenti. Chiediamo troppo? Secondo il Ministero, a quanto pare, sì. E infatti l’algoritmo continua a rimanere secretato.
Rifare le procedure? Non se ne parla, spetta al docente dimostrare l’errore in maniera circostanziata, segnalarlo attraverso l’istituto della conciliazione, presentare la documentazione all’Ufficio Scolastico, che la invierà al Miur, che opererà la verifica e forse, forse modificherà quel trasferimento.
La procedura per la richiesta di conciliazione prevederebbe, entro 15 giorni dalla pubblicazione dei movimenti, la presentazione della richiesta di conciliazione, con i motivi del reclamo, all’USP presso il quale è stata inviata la domanda di mobilità.
La richiesta dovrà contenere i dati del ricorrente comprensivi del punteggio di trasferimento, le sedi per cui si ha interesse a conciliare, ritenute migliorative rispetto a quella assegnata, all’interno di quelle già richieste con la domanda di mobilità e dovrà indicare gli eventuali contro interessati con i relativi punteggi.
L’USP inoltra i dati al sistema centrale del MIUR che verifica e valuta la fondatezza della contestazione e, se accertata, corregge il movimento ripristinando il diritto del docente al posto richiesto sulla base del punteggio.
Ricordiamo che la conciliazione sottoscritta ha valore di sentenza e consente di ottenere lo stesso risultato che si potrebbe ottenere dopo vertenza al giudice delLAVORO. L’Amministrazione, pertanto, non annullerà le operazioni già disposte nei confronti degli eventuali controinteressati, ma assicurerà, tramite la conciliazione, il rispetto dei diritti contrattuali per chi ha subito un movimento non corretto. Tramite avviso agli uffici il MIUR al più presto darà indicazioni per la raccolta delle richieste di conciliazione.
L’ultima speranza, vana in alcuni casi, rimane quella dell’assegnazione provvisoria.