www.latecnicadellascuola.it Con la mobilità del 2016, dalla Sicilia sarebbero 7mila i docenti, in gran parte maestre della primaria, a doversi spostare in scuole del Centro-Nord.
La stima è dell’AnciSicilia, l’Associazione dei comuni siciliani, attraverso un comunicato congiunto del presidente, Leoluca Orlando, e del segretario generale, Mario Emanuele Alvano.
I due scrivono che nell’isola “circa settemila insegnanti, non più giovanissimi e legati alla propria terra, riceveranno nei prossimi giorni una destinazione che, nella maggior parte dei casi, li costringerà a spostarsi nelle regioni del Centro-Nord”.
Orlando e Alvano inviano, quindi, un messaggio-appello, indirizzato probabilmente al Governo, per evitare l’esodo dei docenti verso le regioni centrali e settentrionali.
“La nostra associazione – spiegano – è convinta della necessità di evitare che la nostra terra venga privata anche di questo preziosissimo capitale umano e teme fortemente le ripercussioni sull’equilibrio socio economico della nostra Isola”.
“In un periodo di grave crisi, di impoverimento complessivo, con un evidente calo demografico che colpisce tutti in territori – continuano – l’allontanamento degli insegnanti comporterebbe un ulteriore aggravamento della situazione di crisi”.
Per i vertici dell’AnciSicilia, inoltre, questo spostamento produrrà, infine, “una diminuzione delle entrate dei tributi locali con il conseguente crollo dell’offerta dei servizi resi dalle amministrazioni locali ai cittadini”.
Nulla si scrive, però, su come l’amministrazione scolastica dovrebbe sopperire al mancato trasferimento. Bloccare i trasferimenti, infatti, determinerebbe almeno un paio di “problemi” di non poco conto: chi andrebbe a ricoprire i posti non assegnati ai docenti siciliani? Forse dei supplenti (con conseguente spesa ulteriore per le casse dello Stato)? E, soprattutto, su quali posti andrebbero collocati i maestri della Sicilia, visto che il trasferimento è dovuto proprio alla mancanza di cattedre libere negli organici delle scuole nell’Isola?
Senza contare, qualora dovesse essere accolta la richiesta dell’’AnciSicilia, cosa potrebbero dire gli insegnanti delle altre regioni italiane invece spostati a centinaia di chilometri.
Non vorremmo essere indiscreti, ma quando si lanciano degli appelli di questo genere, se non si vuole che rimangano appesi nel vuoto, bisognerebbe sostenerli con proposte e soluzioni concrete.