Botte da orbi, il PD e Renzi ne escono come un pugile suonato. I ballottaggi sono stati una batosta elettorale destinata ad avere strascichi all’interno del partito governato dal premier.
Se il ballottaggio della Capitale dava come favorita Virginia Raggi e quindi Giachetti era considerato perdente, non era così a Torino, dove i media avevano provato ad esaltare l’amministrazione Fassino definendola come “ottima amministrazione“, ma la realtà vissuta dai torinesi è senza dubbio diversa e lo dimostra la valanga di voti che ha sommerso sia il PD (vero sconfitto) sia uno degli uomini che lo rappresenta storicamente ricoprendo, nel tempo, moltissime cariche politiche nel suo partito di appartenenza e nel governo. Circa il 10% di stacco fra la neo sindaco Appendino e Piero Fassino, percentuale enorme.
Una batosta, soprattutto questa subìta a Torino, destinata ad avere strascichi pesanti proprio nel partito guidato dal “padre padrone” Renzi, peraltro – ricordiamolo – mai eletto alle politiche.
Quanto ha inciso il voto della scuola in queste elezioni amministrative?
Siamo convinti che il voto della scuola abbia inciso parecchio. Il grido disperato dei docenti e il lavoro minuzioso di comunicazione condotto sia in rete che all’interno del tessuto sociale hanno dato una forte spallata al mal governo. La riforma della scuola chiamata “buona scuola”, bocciata sin da subito dai docenti, si è rivelata un vero e proprio boomerang. Su Facebook, ma anche su altri social network, sono sorti come funghi gruppi gestiti da docenti di ruolo e precari avente come titolo “mai più PD”, gruppi che contano migliaia di iscritti ergo migliaia di elettori.
Questo risultato elettorale evidenzia che la scuola può e deve dire la sua, non può subire politiche scriteriate messe in piedi in maniera raffazzonata allo scopo di far cassa. Se ne guardi bene il PD, ma se ne guardi bene l’intero quadro politico nazionale. La scuola c’è ed è pure arrabbiata, se lo ricordassero.