“Non è pensabile che nel piano di mobilità, oltre a cambiare sede, i docenti debbano anche cambiare la materia insegnata”.
A lanciare l’allarme, a pochi giorni dalla pubblicazione dei primi movimenti della mobilità del personale docente per l’a.s. 2016/17, è Elena Centemero, deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia.
“Il tema della mobilità dei docenti – spiega la Centemero – è estremamente serio: ne va innanzitutto della formazione degli studenti, che hanno diritto alla continuità didattica senza dover subire un continuo cambio di insegnanti. Noi avevamo presentato un emendamento alla legge 107 proprio per evitare di compromettere la qualità dell’insegnamento per le studentesse e gli studenti”.
L’ipotesi che potessero essere prodotti dei trasferimenti con le nuove classi di concorso, dopo che le domande sono state presentate con le vecchie, era stata prodotta un mese ì dalla Tecnica della Scuola. Nel frattempo, però, è notizia di due settimane orsono,i sindacati si sono accorti che le nuove tabelle, approvate il 16 febbraio 2016, sono pienze zeppe di errori. E ora, francamente, anche questa eventualità potrebbe cadere.
In ogni caso, secondo la forzista, con il modello di mobilità che si è venuto a creare, a seguito dell’accordo con i sindacati maggiori e in attesa che la Legge 107/15 venga applicata in toto, c’è il rischio fondato che molti docenti coinvolti nei trasferimenti cambino disciplina d’insegnamento. E questo, perché, sostiene Centemero, è “come se le discipline fossero intercambiabili”.
“Senza considerare – aggiunge – i docenti immessi in ruolo nella fase B, che sono particolarmente svantaggiati. E’ inaccettabile che a guidare la vita lavorativa degli insegnanti, compresi i loro spostamenti di sede, non siano la professionalità e le competenze, ma la sorte”.
D’accordo con Centemero si dice, nella stessa giornata, l’associazione sindacale Anief, secondo la quale “l’accorpamento delle cattedre” potrebbe produrre “l’effetto di portare nelle nuove discipline dei docenti privi di specifica abilitazione all’insegnamento. I quali avevano chiesto solo un trasferimento, ma non certo di insegnare un’altra materia”. E lo stesso destino sarebbe riservato a diversi di coloro che chiederanno l’utilizzazione o l’assegnazione provvisoria.