FONTE: La Tecnica della scuola
Il paradosso della scuola italiana emerge con tutta la sua dirompenza nello strano meccanismo legislativo del reclutamento del personale docente.
Bisogna sapere che con le nuove norme legislative, scritte nella legge 107/2015, i dirigenti scolastici, tra i loro poteri, avranno anche quello di reclutare il personale docente.
Infatti, nel comma 79 della legge, è scritto che a decorrere dall’anno scolastico 2016/2017, per la copertura dei posti dell’istituzione scolastica, il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili, al fine di garantire il regolare avvio delle lezioni, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti medesimi e della precedenza nell’assegnazione della sede ai sensi degli articoli 21 e 33, comma 6, della legge 5 febbraio 1992, n.104.
Questo comma è stato definito con il nome di “chiamata diretta”; infatti, il legislatore ha voluto aumentare i poteri dirigenziali, dando al DS la possibilità di proporre incarichi triennali ai docenti titolari dell’ambito territoriale di riferimento. In buona sostanza, a rigore di norma e se non interverranno accordi contrattuali posti in sequenza al CCNI sulla mobilità, i prof. titolari di ambito saranno sottoposti a un contratto triennale, dal dirigente scolastico di una scuola di tale ambito territoriale.
Il paradosso di cui parliamo è che invece i docenti precari, nominati annualmente dalle Gae o dalle graduatorie interne d’Istituto di I, II e III fascia, saranno reclutati seguendo e scorrendo una regolare graduatoria.
Non sappiamo invece come verranno assunti i docenti utilizzati o assegnati provvisoriamente in una data scuola. Quello che è certo, ed è, a dir poco paradossale, è il fatto che mentre i docenti di ruolo avranno incarichi triennali senza seguire una graduatoria, invece i precari avranno il loro incarico annuale o la loro supplenza breve, seguendo una regolare graduatoria.
Abbiamo fatto notare al Miur tale paradosso e questa è la risposta: “Si tratta di periodi di transizione, ma l’intenzione è quella di abolire le graduatorie d’Istituto, arrivare all’esaurimento delle Gae, per introdurre le graduatorie di ambito, da cui i Ds potranno reclutare con chiamata diretta”.