FONTE: Orizzonte Scuola
Reiterazione dei contratti a termine. Importante sentenza a pochi giorni dall’udienza della Corte Costituzionale fissata per il 17 maggio prossimo.
Il 5 maggio scorso il tribunale di Reggio Emilia ha riconosciuto a un docente appena immesso in ruolo il risarcimento del danno economico dovuto al reiterato abuso dei contratti a termine con cui il lavoratore aveva prestato servizio negli anni scorsi.
Il giudice ha condannato il Miur al pagamento delle differenze retributive tra il cosiddetto maturato negli anni di precariato e il corrisposto. Ha riconosciuto dunque con effetto retroattivo gli scatti stipendiali mai riconosciuti prima e che il docente avrebbe ottenuto, ma solo per il futuro e dunque privi di arretrati, solo a partire dalla conclusione positiva dell’anno di prova a seguito della ricostruzione di carriera. La somma dovrà pure essere integrata dagli interessi legali.
“Questa sentenza”, spiega il sindacato generale di base Sgb Scuola “conferma l’ingiustizia dei contratti a termine e di tutte le discriminazioni nei confronti dei precari, dal mancato e pieno riconoscimento delle ferie a quello dei permessi retribuiti, dalla mancata stabilizzazione, ai mancati scatti stipendiali. Questa notizia fa ben sperare per tutti gli altri lavoratori che hanno fatto ricorso con Sgb compresi i precari in attesa della sentenza sul pagamento delle ferie maturate e non godute”.
Ricordiamo a questo proposito che l’udienza per la causa sul pagamento del compenso sostitutivo delle ferie maturate e non godute, sostanzialmente abolito dal governo Monti, è stata calendarizzata dallo stesso Tribunale di Reggio Emilia per il prossimo 13 giugno.
La conseguente sentenza, sia pure di primo grado, potrebbe segnare una prima tendenza della giurisprudenza in merito a uno dei punti più controversi del precariato scolastico.
Sullo sfondo, come detto, rimane l’attesa per la pronuncia della Consulta, chiamata a dare la propria interpretazione, si spera definitiva, sul contenuto della sentenza della Corte di Giustizia di Lussemburgo del 26 novembre 2014 sull’abuso dei contratti a termine.
Dunque anche la sentenza di Reggio Emilia, come le tante altre analoghe e non definitive, emesse in questi anni, attendono di essere confermate ma in astratto potrebbero essere riformate a sfavore dei precari qualora la Corte Costituzionale emettesse un verdetto di tenore diverso da quello atteso da molti, sebbene l’ipotesi sia interpretata come improbabile dai giuristi attenti al tema.
Ci si chiede, in sostanza, se il piano straordinario di immissioni in ruolo avviato proprio a seguito della sentenza di Lussemburgo e il nuovo concorso in atto proprio in questi giorni possano spingere la Consulta a un diverso orientamento in ordine alla qualificazione della fattispecie di illegittimità del sistema del reclutamento, alla quantificazione del danno da ricorso ai contratti a termine e alla conversione del rapporto da tempo determinato a tempo indeterminato.
Tuttavia, anche quest’anno, “nonostante una certa propaganda governativa secondo cui tutti i precari sarebbero in via di stabilizzazione”, conclude il sindacato Sgb di Reggio, “il Miur ha assunto circa 116.000 docenti, due terzi dei quali precari storici con abilitazione, con contratto fino al termine delle attività didattiche”.
Viene pure ricordato che i sindacati di base hanno proclamato lo sciopero di docenti e Ata di tutte le scuole per l’intera giornata del 12 maggio, data delle prove Invalsi alle superiori, per la stabilizzazione di tutti i docenti precari e per un adeguato rinnovo del contratto scaduto da 7 anni.