FONTE: Orizzonte Scuola
Nel 2012 su Orizzonte Scuola denunciavo che, in via sperimentale, vi erano alcuni contratti integrativi d’istituto che prevedevano una sorta di concetto di produttività e che tale logica, se non contrastata, rischiava di diffondersi a livello nazionale.
Il detto premio di produttività, scrivevo, “può essere negato o concesso in misura ridotta in caso di sanzioni disciplinari e in caso di non sufficiente rendimento del personale. Ed esiste una griglia di valori a cui fare riferimento con tanto di punteggio che determinerà il premio di produttività che verrà riconosciuto con una retribuzione aggiuntiva di circa 1500 euro.
Le voci che verranno prese in considerazione sono le seguenti: Aggiornamento extra orario scolastico; Recupero 5 minuti ove a) gli insegnanti di classe del tempo normale e chi durante la settimana entra 4 o 5 volte alla mattina alle h 7.55 15 punti; b) gli insegnanti di classe dei tempi pieni e chi entra almeno due/tre volte alla mattina alle h 7.55 10 punti c) chi entra una sola volta alla settimana alle h 7.55 5 punti; d) chi non entra mai alle h 7.55 e non esce mai alle h 16.35; Numero materie insegnate c) fino a 4 materie d’insegnamento 4 punti; d) più di 4 materie d’insegnamento 8 punti; Coordinatori di classe; Incarichi, referenze, progetti per l’istituto, tutor, commissioni, INVALSI ; L’uso delle TIC che deve essere documentato ; Impegno su più sedi ; Tutor per anno di prova.”
E purtroppo così è stato, con la Legge 107 del 2015 con il noto Comitato di Valutazione e bonus docenti.
Comma criticato, analizzato, complesso e soprattutto contestato, tanto da essere oggetto, giustamente a parer mio, di una richiesta firme per un referendum abrogativo.
Come ho già ricordato in passato i criteri generali ed altresì generici su cui si dovrà muovere questo comitato, sono alternativi tra di loro. Il comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base: a) della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti; b)dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche; c)delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.
Ma per quanto generici, questi criteri, ciò non significa che si possano inventare di sana pianta elementi di “valutazione” peggiorativi, restrittivi e che vanno a penalizzare i lavoratori che esercitano determinati diritti.
Giungono segnalazioni, sul punto, a dir poco scandalose. Ricorrendo al sistema del punteggio, analogo a quello che in via sperimentale era stato adottato nel 2012 da alcuni Istituti, cosa accade? Che un lavoratore, ad esempio, che si assenta per oltre 30 giorni potrà avere 5 punti di valutazione in meno, mentre viene premiato, con 25 punti chi si assenta fino ad un massimo di 5 giorni l’anno.
O addirittura viene “punito” chi è conflittuale con il dirigente scolastico, con 5 punti in meno e così via discorrendo.
Le assenze, siano essere per malattia, che per qualsiasi altra ragione come riconosciuta dal contratto, dalle nostre leggi, non possono essere elementi di valutazione negativa o positiva. Perché ciò significa ledere diritti sacrosanti dei dei nostri lavoratori.
Stesso discorso per il grado di conflittualità che potrebbe sussistere con il DS. Che diamine significa ciò? Non è che lo stato di conflittualità nasce così, perché un lavoratore la mattina si sveglia e decide di essere conflittuale. Lo stato di conflittualità ha sempre delle origini ben chiare e che comunque discendono dalla gestione del rapporto di lavoro.
Detti criteri, oltre ad essere fuorvianti, se adottati dalle scuole, a parer mio sono anche illegittimi, anche perché non contemplati né direttamente né indirettamente dalla Legge 107 del 2015. Certo, è vero che in via ideale il senso del “bonus” è premiare chi si allinea, chi è ligio, chi non alza la testa per rivendicare i propri diritti o chi si batte per una scuola diversa, nei limiti del consentito, ma qui si sta andando veramente oltre, verso una scuola autoritaria e per nulla autorevole.