FONTE: www.professionistiscuola.it – Sta creando notevole apprensione tra i neoimmessi alle prese con l’anno di prova una nota emanata dall’U.S.R. Friuli riguardo la sede effettiva dove dovrà essere sostenuto il colloquio finale per i docenti che abbiano differito la presa di servizio paventando la possibilità concreta che si sia costretti a sostenerlo in altra sede e addirittura fuori regione.
L’anno di prova dei docenti neoassunti e di coloro che hanno ottenuto passaggi di cattedra e ruolo è nel pieno del suo svolgimento. La piattaforma INDIRE ribolle di bilanci, progettazioni e documentazione di attività didattiche e nei laboratori formativi i docenti affrontano le tematiche in cui hanno espresso desiderio di approfondire le loro competenze. Il tutto allo scopo di produrre un corposo e dettagliato portfolio che costituirà il filo conduttore del colloquio finale.
E proprio a proposito del colloquio finale, negli scorsi giorni un brivido ha scosso i neoassunti di ogni ordine e grado ormai abituati a continue sorprese per le interpretazioni normative sopravvenute e che sembrano susseguirsi senza sosta circa l’anno di prova.
L’ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia, con la nota Prot. N. AOODRFR/2746, ha tenuto a precisare che “Il Comitato di valutazione è convocato nel periodo intercorrente il termine dell’attività didattica, esami di Stato compresi (30 giugno 2016 per il primo ciclo e 10 luglio 2016 per il secondo ciclo), e il termine dell’anno scolastico (31 agosto 2016). Ne consegue che coloro che abbiano differito la presa di servizio al 1 luglio 2016 dovranno sostenere il colloquio finale nella sede di servizio di ruolo e non in quella di servizio dove hanno svolto il periodo di formazione e prova. Si chiede ai Dirigenti scolastici delle sedi di servizio dei docenti interessati di prendere opportuni contatti con i colleghi delle sedi di ruolo per la trasmissione di tutta la documentazione attestante lo svolgimento del periodo di formazione e prova.”
Nel silenzio delle OO.SS., tale nota lascia perplessi in quanto la Nota 5 novembre 2015 Prot. n.36167 del Ministero dell’Istruzione, afferma testualmente: “L’anno scolastico 2015-16 vede un’ampia immissione in ruolo di docenti di tutti i gradi e gli ordini scolastici, per effetto dei dispositivi normativi previsti nella legge 13 luglio 2015, n. 107. Tali immissioni avvengono attraverso fasi distinte, che comunque fissano al 1° settembre 2015 la decorrenza giuridica delle nomine, a prescindere dalla data di effettiva assunzione del servizio. Attraverso una adeguata e flessibile progettazione regionale delle iniziative formative, anche per sequenze successive, dovrà essere garantito ai docenti neoassunti che ne hanno titolo lo svolgimento del periodo di prova e di formazione (art. 1 del decreto), da realizzare presso la sede in cui viene validamente prestato il servizio.”
Tutto questo anche e soprattutto grazie alla legge 107, che prevede anche una diversa e più incisiva configurazione del periodo di prova e di formazione, regolamentato dal D.M. n. 850 del 27/10/2015 e che lega strettamente formazione e servizio.
In particolare, il comma 117 della Buona Scuola, prevede espressamente che ad essere responsabile dell’intero anno di formazione del docente neoimmesso è il Dirigente della scuola dove viene svolto l’anno di prova.
Così infatti recita il comma 117 “Il personale docente ed educativo in periodo di formazione e di prova e’ sottoposto a valutazione da parte del dirigente scolastico, sentito il comitato per la valutazione istituito ai sensi dell’articolo 11 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come sostituito dal comma 129 del presente articolo, sulla base dell’istruttoria di un docente al quale sono affidate dal dirigente scolastico le funzioni di tutor”.
Appare chiaro dunque, secondo la 107 e le sue successive applicazioni (circolare e dm sopracitati), che a valutare il docente deve essere lo stesso DS che gli ha affiancato un tutor; restano invece più misteriose le ragioni per cui U.S.R. Friuli intenda sottrarre i docenti al loro “ambiente naturale” in cui sostenere il colloquio finale, cioè il comitato di valutazione, di cui fanno parte sia il DS che ha visto il bilancio delle competenze, steso il patto formativo, vistato il Peer To Peer, visitato il docente durante la sua attività in classe e accolto il suo Bilancio finale con tanto di progetto di sviluppo futuro delle competenze.
E che dire della figura del tutor, tanto rilevante secondo la normativa e invece ridotta, secondo la nota regionale, al ruolo di mero stesore di un documento riassuntivo che verrà letto da persone che non hanno la più pallida idea di quanto accaduto in un intero anno scolastico ?
E’ vero che la nota per il momento riguarda solo la regione Friuli Venezia Giulia, ma è chiaro che i docenti temono fortemente l’effetto domino, soprattutto quando si prospetta una situazione sfavorevole. E anche nel caso in cui le idee nella nota non si propaghino per lo stivale, non si introdurrebbe comunque una situazione di forte disuguaglianza tra i docenti?
Ancora una volta colpisce il silenzio assordante delle OO.SS., forse troppo occupate nei nodi dellamobilità (non abbiamo però ancora compreso se l’impegno sia nello scioglierli o nel crearne altri…) per prendere in considerazione una questione, apparentemente locale, ma che in realtà porta in sé i presupposti per l’esplosione di un nuovo caso.
Ci auguriamo che il Ministero accolga le nostre istanze e che intervenga con una nota ufficiale, allo scopo di mettere un rimedio ad una situazione che mina uno dei fondamenti stessi della legge 107 e che rischia di dare all’anno di prova 2015/2016 una conclusione a dir poco inopportuna.
Ricordiamo che PSN ha creato il gruppo di studio Formazione Docenti 2015/16 per essere d’aiuto e supporto a tutti i docenti neoimmessi e diventato riferimento anche per i docenti-tutor.
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