Una riforma frettolosa e raffazzonata che sta causando parecchi disagi, ma anche tanta confusione. La flessibilità osannata da anni sta creando dei “mostri” della didattica. Gli allievi si ritroveranno in cattedra un laureato in architettura del paesaggio come insegnare di matematica oppure un nutrizionista ad insegnare alle medie matematicae e scienze. Cosa c’entrano non si sa, e noi ce lo stiamo chiedendo sin dal varo della riforma ed è una domanda che continuiamo a farci senza però trovare una risposta sensata.
Ma fortunatamente non siamo i soli, anche il C.U.N (Consiglio Universitario Nazionale) ha sollevato il problema: ha chiesto allo stesso ministro Giannini di rivedere il regolamento (d.P.R. n. 19 del 14 febbraio 2016) varato lo scorso febbraio.
Criticando l’ostinazione del governo ” a fare da soli” che ha creato, come dicevamo all’inizio dei “mostri”, vedi la legge 107/15, vedi lo stesso concorso per la scuola contestato da tutti, persino da quelli che hanno fatto domanda e soprattutto da quelli che invece non sono riusciti a farla.
Proprio sulla revisione delle classi di concorso il C.U.N. chiede di essere coinvolto “quale principale organo di consulenza del ministro dell’Istruzione per tutto ciò che concerne le classi di laurea e laurea magistrale”, lo ha ribadito il presidente Andrea Lenzi. Sempre secondo il presidente questa revisione se non modificata rischia di aprire a discriminazioni e a diversi contenziosi. Insomma l’ennesimo pasticcio di un governo del fare (male).
A questo punto ci chiediamo se ci sia il rischio che si debba rivedere l’impianto appena varato, probabilmente si, ma occorrerà che questo governo faccia un bagno d’umiltà e apra finalmente a chi di scuola e di università ha competenza.