FONTE: www.latecnicadellascuola.it – Il contratto sulla mobilità potrebbe non avere il “visto” della Funzione Pubblica, con tutto il personale di ruolo che così finirebbe negli ambiti territoriali.
La Tecnica della Scuola lo sostiene da tempo. Ma oggi pomeriggio, nell’aula magna del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria, alla presenza di numerosi dirigenti scolastici e docenti, abbiamo avuto conferme in questa direzione.
Assistendo ad un seminario di formazione, dal titolo “Valutazione dei docenti e Bonus premiale. Assegnazione degli incarichi dagli ambiti territoriali”, ne ha parlato Antonello Giannelli, dirigente tecnico Miur.
Nel corso dell’evento, promosso dall’Anp e moderato dalla dirigente scolastica Giusy Princi, del Liceo Scientifico “Da Vinci” in rete con il Convitto Campanella e con l’I.T.G “A. RIGHI” di Reggio Calabria, il professor Giannelli ha spiegato, con efficaci grafici matematici, che il nuovo sistema valutativo, obbligatorio per legge nelle nostre scuole, non valuta la persona ma più propriamente la sua prestazione lavorativa.
In un passaggio, l’Ispettore del Miur, che è stato docente di matematica e fisica, ha illustrato alcune parti della Legge 107/2015, precisando che l’accordo di ipotesi contrattuale sulla mobilità 2016/2017 firmata dai sindacati lo scorso 10 febbraio deroga pesantemente proprio rispetto a quanto stabilito dal comma 73 della Buona Scuola: per tale motivo, non sarebbe affatto scontato che la Funzione Pubblica sia disponibile a dare l’ok sull’ipotesi di contratto 2016/17.
Secondo Giannelli non sarebbe, quindi, un colpo di scena se la Funzione Pubblica lo bloccasse. Perché le norme accordate dai sindacati con il Miur infrangono palesemente la legge di riforma della scuola approvata lo scorso mese di luglio. In tal caso, il CCNI sulla mobilità non sarebbe identico all’ipotesi siglata il 10 febbraio.
Il dubbio sibillino esposto da Giannelli, che in più occasioni la nostra testata ha messo in evidenza, conferma la drammatica possibilità di azzerare l’accordo raggiunto con i sindacati. In buona sostanza si può certamente affermare che “sull’accordo sulla mobilità 2016/2017 incombe, come un macigno, la grossa incognita della Funzione Pubblica”.
Per il bene dei docenti che chiederanno trasferimento, si spera che non ci siano interventi ostativi dei ministeri economici. Ma quali sarebbero i punti dell’accordo, che potrebbero essere ostacolati dalla Funzione Pubblica? Per esempio, c’è la fase A della mobilità che contraddice la Legge 107/2015, per il semplice fatto che gli assunti entro il 2014, i docenti in sovrannumero e/o in esubero, e coloro che hanno diritto al rientro entro l’ottennio, potranno fare domanda di mobilità su scuola, nel limite degli ambiti della provincia di titolarità, contrariamente a quanto la legge prevede, e che i docenti della fase B della mobilità che chiedono il trasferimento in altra provincia, sempre in contrasto con la Legge 107/2015, potranno chiedere tutte le scuole del primo ambito scelto. Ora, anche questi docenti rischiano di non poter fare più domanda “secca” sulla singola scuola.
In sostanza, anche l’Anp pone degli evidenti dubbi di legittimità sul pre accordo sulla mobilità 2016/2017, ponendosi la domanda su cosa deciderà di fare la Funzione Pubblica. Quale sarà la reazione dei sindacati, nel caso malaugurato che la FP dovesse fare saltare l’accordo raggiunto il 10 febbraio? Non osiamo immaginare!