Alla fine l’amministrazione ha dovuto riconoscere l’inapplicabilità della legge 107/15. Almeno sulla mobilità. E ha dovuto accettare il confronto e l’intesa con i sindacati.
Dunque, un accordo sindacale che aumenta le tutele dei lavoratori laddove la legge ha prodotto contraddizioni e storture. È tutto spiegato nella scheda che pubblichiamo più in basso.
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Il punto più importante dell’intesa, che prima di essere sottoscritta in via definitiva sarà discussa con i lavoratori, è avere ottenuto per una buona parte dei movimenti che la mobilità avvenga su scuole e non più su ambiti.
Il negoziato è ancora aperto per estendere questa opportunità anche ai docenti assunti nel 2015/2016 e per attenuare i vincoli per i docenti di fase B e C e delle Gae (Graduatorie ad esaurimento).
Quest’anno, inoltre, a differenza degli anni passati, la mobilità (trasferimenti interprovinciali e passaggi) si effettuerà sul 100% dei posti disponibili e non sul 50%. Per la mobilità professionale (passaggi di ruolo e di cattedra) si conferma il 25% dei posti.
È prevista una sequenza negoziale specifica per stabilire criteri oggettivi e parametri per assegnare alle scuole i docenti collocati negli ambiti, evitando la discrezionalità dei dirigenti scolastici/USR.
Le tutele ottenute non hanno potuto modificare gli ordini di priorità nella mobilità previsti in maniera perentoria dalla legge 107/15, perché questo non attiene al ruolo negoziale.
La contrattazione e il raggiungimento di un’intesa non pongono fine alla battaglia politica e sindacale più generale che ha come fine la cancellazione delle parti inaccettabili della legge 107/15.