Nei giorni scorsi abbiamo denunciato le problematiche che stanno vivendo gli studenti del Nord a causa della penuria di insegnanti, in particolare abbiamo evidenziato ciò che sta accadendo nelle province di Milano, Bergamo e Brescia. Il caso sollevato dal nostro portale ha trovato spazio anche sulle pagine del Corriere della Sera.
La giornalista Valentina Santarpia ha indagato su come si stiano muovendo le scuole per completare gli organici o semplicemente per coprire le supplenze giornaliere. Insomma è una continua lotta contro il tempo e le telefonate ai supplenti diventano una sorta di roulette russa. Dall’altro lato ci sono i genitori che raccolgono firme perchè le classi dei loro figli sono senza docenti da settimane. E meno male che siamo in tempi di buona scuola…
Di seguito l’articolo del Corriere della Sera.
A Milano, Bergamo e Brescia nelle scuole primarie le tre fasce delle graduatorie di istituto sono esaurite. In provincia di Torino le segreterie di molte scuole stanno impazzendo: quando va bene, il sostituto arriva dopo venti giorni. A Ravenna, dopo che i bambini di molte classi sono stati smistati per giorni in altre aule, è partita una petizione dei genitori corredata da 1600 firme. E’ caccia ai supplenti in tutta Italia, soprattutto al Nord, dove, come sottolinea il parlamentare ravennate di Possibile, Andrea Maestri, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, «si stanno verificando situazioni gravi e preoccupanti» a causa della Buona scuola.
Le telefonate a raffica
Dopo il caso scoppiato per il mancato pagamento dei supplenti, rischia di scoppiarne un altro, quello del supplente che non c’è. Le graduatorie ad esaurimento sono state infatti svuotate dal maxi piano di assunzioni della legge 107, e quando le scuole hanno bisogno di supplenti per le malattie o per altre assenze più o meno brevi degli insegnanti, non trovano personale a disposizione. I presidi erano sicuri di poter contare sul corpo docente funzionale, il cosiddetto organico del potenziamento: ma in molti casi, soprattutto nel Nord-est, gli insegnanti assunti virtualmente sul potenziamento hanno preferito continuare le proprie supplenze lunghe al Sud piuttosto che trasferirsi a metà anno, e rinviare al prossimo anno la scelta definitiva. Col risultato che tante scuole non hanno a disposizione quegli insegnanti «di scorta» utilizzabili per le emergenze. E le segreterie devono quindi ricorrere ai lunghi elenchi di docenti a disposizione sperando, attraverso centinaia di telefonate, di trovarne qualcuno disposto a coprire quel buco di 2- 3, 5 settimane. E non si tratta del consueto caos di inizio anno, quando i presidi sono alle prese con le nomine arrivate in ritardo. Ma di un problema critico nato dai tagli che la Buona scuola ha provato a dare alla supplentite: un tentativo fallito, visto che di supplenti ce ne sono ancora migliaia nelle scuole, ma non dove servono per le improvvise malattie o assenza degli insegnanti titolari di cattedra.
E il titolo non conta più