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Diploma magistrale: ancora una sentenza positiva al Tribunale di Como

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Con un’altra sentenza depositata in data 21 gennaio 2016, dopo quella depositata pochi giorni fa, il Tribunale di Como ha accolto un altro ricorso proposto da un gruppo di docenti, difesi dall’avv. Dino Caudullo, su ricorso promosso dall’Associazione Nazionale Orizzonte Docenti.

Anche in questo caso, accogliendo le tesi difensive del legale della ricorrenti, il giudice del lavoro di Como ha rilevato come il diploma magistrale ottenuto dell’a.s. 2001/2002 debba considerarsi in via permanente titolo abilitativo all’insegnamento ed insuscettibile di perdere il proprio valore: per il giudice, infatti, detta circostanza non può considerarsi posta in discussione dall’art. 1 c. 605 lett. c) L. 296/2006 che, nel trasformare le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento ed imponendo un termine di decadenza al 2008 per l’inserimento in queste ultime dei docenti già in possesso di abilitazione, “non può sicuramente ritenersi concernere la posizione dei docenti di cui trattasi, al cui titolo di studio il legislatore aveva fin da tempi ben più lontani attribuito un inequivocabile valore abilitante permanente”.

Tutto ciò sempre in attesa della decisione della Corte di Cassazione a sezioni unite circa il riparto di giurisdizione, tra giudice amministrativo (Tar) e giudice ordinario (giudice del lavoro), e della pronuncia dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato sulla conferma, o meno, dell’orientamento favorevole finora espresso dalla giustizia amministrativa, segnaliamo quest’altra pronuncia favorevole della magistratura del lavoro.

Tale ulteriore pronuncia si inserisce in un quadro a dir poco altalenante; a questo punto il vero punto di snodo potrebbe essere costituito dagli annunciati pareri delle sezioni unite della Cassazione e dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, i quali potrebbero giungere a breve.

A fronte di ciò, continua la battaglia di Orizzonte Docenti accanto ai diplomati magistrale, oltre che innanzi ai Tribunali del Lavoro in tutta Italia, anche di fronte a TAR Lazio e Consiglio di Stato.

 

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