Il MIUR prende tempo in attesa della conferenza di servizio del 19 gennaio con gli uffici scolasti regionali. La FLC CGIL denuncia il grave ritardo.
Il Ministero dell’Istruzione non ha ancora fornito i necessarichiarimenti sull’utilizzo dell’organico potenziato. È quanto abbiamo denunciato in occasione dell’incontro che si è tenuto il 18 gennaio 2016 sugli istituti statizzati, dal momento che siamo ancora in attesa della nota di chiarimento che il MIUR si impegnò ad emanare nell’incontro del 29 dicembre proprio, fra le altre cose, sull’utilizzo del personale assunto in fase c) per l’organico potenziato. Nota tanto più necessaria, dal momento che siamo infase di approvazione del PTOF e uno dei punti più delicati è costituito dall’impiego dei docenti dell’organico aggiuntivo viste anche le interconnessioni con il periodo di prova. Infatti, in assenza di tali chiarimenti, continuano a verificarsi diffusamente i casi di utilizzo di docenti senza titolo specifico in ordine diverso di scuola, del loro impiego senza programmazione alcuna da parte degli organi collegiali (Collegio e Consiglio di istituto) e senza passare attraverso, per quanto di competenza, dalla contrattazione di istituto. E magari in esclusiva attività di sostituzione dei colleghi assenti, anche in difformità dalle stesse prescrizione della legge 107/15.
Tutto ciò non può che risolversi a danno dei progetti e delle attività che dovrebbero essere il terreno privilegiato dell’organico potenziato. Sono passati già diversi mesi da quando questi colleghi sono stati nominati senza che il MIUR abbia dato indicazioni utili per garantire una chiarezza di percorso nelle scuole e un’applicazione omogenea delle regole sul rapporto di lavoro.
Il MIUR ha giustificato questo ritardo sostenendo la necessità di fare una preventiva ricognizione delle problematiche in questione, tramite l’ascolto dei dirigenti degli Uffici Scolastici Regionali in occasione della conferenza di servizio prevista per il 19 gennaio.
La FLC CGIL si sta adoperando presso l’Amministrazione affinché cessi, laddove avviene, il “fai da te” senza regole e senza un mirato e partecipato governo degli organi collegiali; e senza il coinvolgimento sindacale attraverso la contrattazione di istituto.