In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini, svela come saranno strutturate le prove del concorso. Il bando sarà emanato nel mese di febbraio, si stima che i partecipangi saranno oltre i 200 mila precari che dovranno aggiudicarsi 63.712 posti. Di seguito l’intervista del ministro.
Ministro Stefania Giannini, il concorso per assumere 63.712 docenti in tre anni? Il bando doveva essere pubblico l’uno dicembre 2015.
“Ci siamo. Il 15 gennaio, domani, entra in Consiglio dei ministri il decreto per il rinnovo delle classi di concorso . A inizio febbraio il bando sarà nero su bianco”.
Ricapitoliamo. Quante persone saranno coinvolte?
“Ipotizziamo duecentomila candidati. Uno su tre sarà insegnante a tempo indeterminato”.
È il primo concorso solo per abilitati.
“Porteremo giovani docenti nelle classi elementari, medie e superiori”.
Quando?
“A fine marzo prova scritta, a giugno gli orali. A settembre i vincitori in cattedra”.
Nessuna prova selettiva? Duecentomila stipati nelle scuole a provare lo scritto?
“Niente test, niente quiz né crocette. Lo scritto tutto su computer farà risparmiare tempo. Anche questo è un inedito”.
Nessuna prova selettiva anche per il bando infanzia-elementari?
“Neppure per loro”.
Dettagliamo. Lo scritto?
“Otto domande a risposta aperta, due in inglese. Le lingue straniere diventano un passaggio decisivo: se pretendiamo ragazzi con l’inglese in tasca, servono docenti preparati. I candidati avranno due ore e mezza per rispondere”.
La prova orale. Una lezione in classe, come quella introdotta dal ministro Profumo nel 2012?
“Non solo. Sarà una lezione di 45 minuti in cui l’aspirante docente dovrà spiegare il metodo scelto e farsi valutare sulle lingue. In alcune materie ci sarà una terza prova di laboratorio”.
Ovvero?
“Un insegnante di musica dovrà suonare il piano e mostrare come intende trasferire il talento agli allievi. Un iscritto alla classe di concorso di storia dell’arte o delle discipline scultoree dovrà sviluppare un progetto davanti alla commissione. Avrà 10 ore a disposizione, 8 per un progetto di design”.
Per alcune categorie ci saranno punteggi maggiorati?
“Sì. Chi ha fatto un tirocinio abilitante, i cosiddetti Tfa. E poi chi ha già insegnato in classe: ogni anno, un piccolo punteggio aggiuntivo. Ma la differenze la faranno le prove: 40 punti per lo scritto e 40 per l’orale su 100 punti totali”.
Venti punti per i titoli.
“Per la prima volta peseranno il dottorato di ricerca e le certificazioni internazionali sulle quattro lingue europee, inglese, francese, spagnolo, tedesco. Sulle lingue chiediamo il livello B2, il quarto su nove riconosciuti”.
“Passano da 168 a 114 e ne introduciamo undici nuove. Cerchiamo 17.000 maestri elementari, 3.000 docenti di lingue, 4.700 tra matematica, fisica e scienze e 500 insegnanti di Italiana per ragazzi stranieri”.
Ministro, ci sono 15 mila docenti dell’infanzia nelle graduatorie di prima fascia e 1.720 idonei (per l’infanzia) dopo il concorso 2012 che non avete preso in considerazione con la Buona scuola. Devono fare il concorso anche loro per essere assunti?
“Il concorso è una possibilità per tutti, da prendere al volo. Diciamo che, a fianco dei 63 mila vincitori, assumeremo altri 30 mila docenti attraverso le graduatorie Gae. Lì dentro ci saranno maestre e maestri d’infanzia”.
Ma chi ha già passato il concorso 2012 dovrà rifarne un altro?
“Questo mi pare troppo. I cosiddetti Gm 2012 potrebbero già entrare a settembre, visto che il concorso 2016 ha numeri ampi e per l’infanzia potremmo non fare in tempo a portare i suoi vincitori in cattedra subito. Comunque stiamo mettendo a posto tutto il comparto 0-6 anni”.
Servirà un anno di prova in classe anche per i vincitori di concorso?
“Certo”.
E chi non lo passa?
“Ha una seconda possibilità”.
E chi è ritenuto da una scuola per due volte non idoneo?
“Non potrà esercitare la professione di insegnante. Non capiterà a nessuno, comunque”.
Il prossimo Tfa?
“A febbraio”.
Ministro, è soddisfatta della realizzazione della Buona scuola? Il potenziamento fatto a dicembre sembra un parcheggio di docenti che non sanno bene che insegnare.
“Non sono soddisfatta del potenziamento, serviranno tre anni per andare a regime. Ma adesso partiamo con la formazione dei presidi: devono prendersi le loro responsabilità e scegliere. Le segnalo un’altra disfunzione: diversi dirigenti scolastici al Sud hanno scritto alle famiglie che l’alternanza scuola-lavoro si farà solo in estate per non sottrarre ore alle materie di curriculum. L’alternanza scuola-lavoro è curriculum e si farà tutto l’anno. Vorrei dire, però, che grazie alla Buona scuola e dopo questo concorso non ci saranno precari in graduatoria per le medie e superiori. È un risultato liberatorio”.
Ci sono state settimane in cui non poteva mettere piede fuori dal Miur: contestazioni ovunque.
“Guido un ministero di frontiera, in alcuni momenti sono stata sola sul piano politico, ma non ho mai perso il sorriso. A parte gli ideologici, credo che la frattura con il mondo dei docenti si sia ricucita. Oggi la gran parte è impegnata con me ad attuare sul serio la Buona scuola”.
L’università?
In 10 anni il 20% di matricole in meno.
“Ci sono inversioni di tendenza, a macchia di leopardo. Dobbiamo dare sul serio gli incentivi economici ai docenti migliori e passare la gestione delle borse di studio alle università”.