Ormai è conto alla rovescia per l’emanazione del bando per il concorso docenti. Questa settimana dovrebbe essere quella giusta per l’approvazione in Consiglio dei Ministri delle nuove classi di concorso. Intanto il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione si riunirà nel pomeriggio del 20 gennaio per esaminire il testo del nuovo bando di concorso per il reclutamento di nuovi docenti. Il CSPI, entro il 27 gennaio, esprimerà il parere sul documento. Tale parere, comunque, non è vincolante. Entro i primi giorni di febbraio sarà pubblicato il bando.
Sabato, la Tecnica della Scuola ha svelato, in anteprima, la tabella dei titoli utili alla formazione delle graduatorie per il concorso per 63.712 nuovi docenti.
Premesso che la tabella distingue tra i titoli relativi a scuola dell’infanzia e primaria, scuola secondaria di I e II grado, posti di sostegno, posti per insegnanti tecnico pratico (comunque per ognuno è possibile conseguire non oltre 10 punti), nella bozza sono contenuti i punteggi da associare ai titoli e ai servizi utili a “ciascuna procedura concorsuale”.
Questi riguardano il dottorato di ricerca (5 punti), un diploma di laurea ulteriore però a quello utile all’accesso per l’abilitazione (1,5 punti), laspecializzazione per il sostegno (1,5 punti, ma non si considera per l’accesso al concorso per il sostegno), il titolo utile all’insegnamento in Clil(1,5 punti), certificazione CeClil (1 punto).
Detto che in generale al titolo di accesso, l’abilitazione, viene attribuito un punteggio proporzionale al punteggio conseguito (comunque non oltre 2,5 punti), per l’abilitazione nella scuola secondaria e quella conseguente alla laurea in Scienze della Formazione Primaria (pure conseguita all’estero) vengono assegnati altri 5 punti. Lo stesso metro (2,5 + 5 punti) vale per i candidati al sostegno. Mentre per gli Itp il titolo di idoneità “d’insegnamento nella specifica classe di concorso”, può comportare sino a 10 punti.
Hanno il loro peso, con punteggi variabili, anche eventuali perfezionamenti post diploma e post laurea, master universitari, altre abilitazioni all’insegnamento, la collocazione in graduatorie di merito relativi a concorsi precedenti, le certificazioni linguistiche dal livello C1 in poi.
Per quanto riguarda il servizio d’insegnamento svolto, il Miur ha deciso di assegnare 0,5 punti per ogni anno: a tal fine, viene considerato “il servizio prestato a tempo determinato, per un periodo per ciascun anno scolastico continuativo non inferiore a 180 giorni, ovvero quello valutabile come anno di servizio intero”. Il servizio ritenuto utile, non è solo quello svolto nelle scuole statali o paritarie di ogni ordine e grado, ma anche nei convitti statli e nei centri di formazione professionale. Il riferimento normativo rimane sempre il D.M. 124/1999.
Ricordiamo che la bozza sui punteggi qui riassunti è suscettibile ancora di qualche lieve cambiamento.