E’ muro contro muro fra sindacati rappresentativi e governo. Il tema spinoso riguarda la mobilità e le novità introdotte dalla legge 107. I sindacati chiedono il rinvio di un anno, mentre il governo continua a mantenere le proprie posizioni, di mezzo c’è la vita di tanti docenti.
Mobilità, i sindacati chiedono il rinvio della contrattazione. L’11 dicembre scorso i sindacati rappresentativi della scuola, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno scritto al ministro, Stefania Giannini, sulla mobilità dei docenti a seguito dell’entrata in vigore della legge 107. Molti i temi scottanti. Primo fra tutti il rinvio al prossimo anno della definizione dell’ampiezza dei territori entro i quali i docenti saranno assoggettati alla mobilità d’ufficio. Le attuali procedure, infatti, sono ormai destinate alla rottamazione.
La mobilità a domanda, sopravvivrà solo tra ambiti territoriali. E dunque, i docenti potranno solo chiedere di muoversi da un ambito all’altro. Dopo di che la sede sarà loro assegnata in via autoritativa con incarichi triennali. Ciò potrà avvenire o tramite la chiamata diretta da parte di un dirigente scolastico oppure, se nessun dirigente manifesterà interesse per il docente interessato, tramite l’assegnazione d’ufficio con un provvedimento emesso direttamente dal dirigente dell’ufficio scolastico. Il nuovo sistema si applicherà a tutti coloro che chiederanno il trasferimento o il passaggio ad eccezione dei neoassunti nelle fasi 0 ed A, che otterranno una sede definitiva di titolarità ad esito della mobilità di quest’anno. E dei docenti di sostegno delle scuole superiori, che assumeranno la titolarità nella sede dove prestano attualmente servizio.
Gli insegnanti neoimmessi in ruolo nella fase B e nella fase C, invece, saranno collocati direttamente negli ambiti. Ma non nell’ambito dove risulta ubicata la sede provvisoria alla quale sono stati temporaneamente assegnati. L’assegnazione all’ambito, infatti, avverrà rimescolando tutte le immissioni già fatte nella fase B e nella fase C in un unico calderone. Ai diretti interessati sarà consentito solo indicare tutti i 380 ambiti territoriali secondo un proprio ordine di preferenza. Dunque, chi riteneva che l’ansia da esito dell’assegnazione fosse un ricordo del passato rimarrà deluso. Tra un paio di mesi, infatti, non appena saranno fissati i termini per la presentazione delle domande di mobilità, i diretti interessati saranno nuovamente esposti all’alea dell’assegnazione della sede in uno qualsiasi dei 380 ambiti in cui sarà suddiviso il territorio nazionale. Ambiti grandi mediamente quanto un terzo del territorio delle province (che sono 109) e più del doppio degli attuali distretti scolastici (che sono 800).
Da come sarà gestita la questione degli ambiti deriverà la qualità della vita degli insegnanti. Quanto più saranno ampi gli ambiti, tanto più saranno gravosi gli effetti dell’assoggettamento alla mobilità autoritativa all’interno degli stessi: più chilometri da percorrere ogni giorno per recarsi al posto di lavoro, maggiore fatica e meno energie da spendere nell’insegnamento. Per non parlare dei costi economici sui quali, peraltro, la legge non consente alcun tipo di sgravio fiscale. E che di fatto si traducono in una perdita salariale. I sindacati, peraltro, avevano chiesto di rimandare al prossimo anno l’entrata a regime del nuovo sistema, fidando sul termine del 30 giugno fissato dalla legge quale termine per la costituzione degli ambiti. Ma l’amministrazione ha deciso di andare avanti senza ritardi e, soprattutto, senza tenere conto che i docenti che presenteranno la domanda di trasferimento a febbraio dovranno farlo al buio. E cioè, senza conoscere l’ubicazione e l’estensione geografica degli ambiti territoriali. Di qui la richiesta di incontro al ministro, per tentare di dirimere la questione.
Per il prossimo anno la mobilità dovrebbe svolgersi in tre fasi. Nella prima fase dovrebbero essere disposte le assegnazioni delle sedi definitive delle fasi 0 e A con titolarità sulla scuola e non su ambito. In entrambe le fasi assunzionali sono state disposte immissioni in ruolo nell’ambito della stessa provincia delle graduatorie di riferimento. In particolare, nella fase 0 sono state effettuate le assunzioni a tempo indeterminato ordinarie, disposte applicando la vecchia disciplina. E nella fase A sono state disposte immissioni in ruolo sui posti residuati nella fase 0. Nella II fase dovrebbe avere luogo la mobilità straordinaria di tutti di docenti assunti entro il 2014/15 su tutti gli ambiti territoriali nazionali. Infine, nella fase III, dovrebbero essere disposte le assegnazioni delle sedi definitive ai docenti assunti nelle fasi B e C tratti dalle graduatorie a esaurimento, ai quali sarà assegnata la titolarità sugli ambiti. Ai docenti assunti in quanto tratti dalle graduatorie dei concorsi ordinari sarà assegnata la titolarità entro la regione.