La fase B è stata caratterizzata dalle supplenze, o meglio gli insegnanti hanno preferito la supplenza alla valigia facendo in qualche maniera fallire la tanto decantata Fase B. Ma attenzione alle brutte notizie contenute nella legge di stabilità: saranno introdotte molte novità che tradotte in soldoni significano tagli alle supplenze.
I dati finora raccolti parlano di quasi la metà dei docenti assunti nella fase B del piano Renzi tentata (il termine ultimo è fissato per l’11 settembre) dall’accettare una supplenza, provando così a rinviare il trasferimento sulla sede di assunzione a tempo indeterminato di un anno. Degli 8700 che hanno accettato le proposte di contratto (poco più di una decina ha rifiutato), secondo quanto risulta a ItaliaOggi sarebbero non più di 4mila i docenti di fresca assunzione che hanno deciso di fare le valigie per andare in un’altra provincia, più raramente in un’altra regione, a lavorare. Gli altri preferiscono, sempre che la supplenza che si concretizzerà entro domani sia «confortevole», aspettare ancora quest’anno, contando di potersi poi sistemare definitivamente non troppo lontano da casa nel 2016, quando si aprirà la fase della mobilità territoriale e professionale. Una mobilità straordinaria che sarà questa volta assai complessa per i numeri da gestire, e dopo la quale scatterà l’obbligo di permanenza sulla stessa sede per tre anni. Nel frattempo i numeri dei supplenti che garantiranno il servizio, seppure in via provvisoria, veleggiano complessivamente, tra sostegno e cattedre comuni, verso le 40 mila unità.
Il Miur nei prossimi giorni dovrà dipanare anche un altro nodo, in riferimento sempre alle supplenze, ed è quello della legge di stabilità che vieta i contratti di sostituzione per periodi inferiori ai 10 giorni per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo. Il problema, sollevato dai dirigenti scolastici e dai sindacati, è l’assoluta impossibilità in alcuni casi, soprattutto per le plurisedi, di garantire l’apertura e la chiusura degli edifici per la mancanza del titolare e il divieto di poter dare una supplenza.
Un divieto che però al dicastero di viale Trastevere contano possa essere mitigato dall’obbligo, altrettanto cogente per i presidi, di garantire il servizio. Nel caso insomma di assoluta impossibilità a dare copertura in modo alternativo alla sostituzione, il dirigente dovrebbe poter procedere a un contratto di supplenza senza incorrere in nessuna responsabilità contabile. In tal senso è attesa una circolare del ministero dell’istruzione, sollecitata da più parti sul territorio in vista della riapertura delle scuole di questi giorni.
Formazione continua dei docenti, formazione iniziale, anno di prova e accesso al ruolo della scuola secondaria ma anche valutazione dei dirigenti scolastici, fondo di finanziamento degli istituti e scuola digitale sono i temi del primo faccia faccia della ripresa d’anno tra sindacati e ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, fissato per il 23 settembre. Un segnale di apertura ai sindacati, dopo il braccio di ferro di questi ultimi mesi. C’è un altro pilastro della riforma della scuola che dovrà decollare nell’anno in corso, ed è quello del concorso. Insediato il comitato di studio, su tempi e soprattutto regole del nuovo reclutamento c’è ancora un mese di lavoro per definire il tutto. Confermata la scadenza di emanazione del bando: inizi di dicembre.