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La riforma ha creato uno strappo irricucibile

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Tra il mondo scuola, il governo Renzi e tutte le destra che l’hanno sostenuta: a dirlo il leader di Sel Nichi Vendola. Che poi lancia la nuova sinistra: un modello che superi vecchi rancori e si presenti alle prossime elezioni con un nuovo simbolo e nome.

La riforma dell’istruzione voluta dal Governo Renzi? Diciamola tutta: “colpisce al cuore la fisionomia della scuola italiana, produce una ferita aperta nella società”. E’ durissimo il giudizio di Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia e Libertà, sul testo di revisione di molte regola che governeranno l’istruzione pubblica dei prossimi anni.

Lo sfogo di Vendola giunge a margine della direzione del partito: è un vero “uno strappo tra il mondo scuola, il governo Renzi e tutte le destra che l’hanno sostenuta, uno strappo irricucibile”, ha concluso, tra gli applasi, il segretario di Sel.

Sempre nel corso della direzione di Sel, Vendola ha anche presentato un nuovo progetto politico, che superi gli “improvvisati cartelli elettorali o accrocchi di ceti politici per sopravvivere alle elezioni: la sinistra deve superare i vecchi rancori e far nascere un nuovo soggetto politico che si presenti alle prossime elezioni politiche con un nuovo simbolo e un nuovo nome”, ha auspicato.

 

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In platea, ad ascoltarlo, c’erano  l’ex Pd Stefano Fassina, il segretario del Prc, Paolo Ferrero, l’ex senatore M5S Francesco Campanella: Vendola si è rivolto, in particolare a loro, scrive Askanews, proprio “ai compagni collocati alla nostra sinistra, a quelli usciti dal Pd, a chi è in una condizione di turbamento permanente o di smarrimento: oggi abbiamo la necessità di mettere al centro una ricerca unitaria, con una tempistica attenta. Sono stati fatti molti errori, qualcuno non si può più replicare: non possiamo più presentarci neppure alle amministrative con un improvvisato cartello eldettorale”.

Perché “la sensazione è sempre quella dell’accrocchio di ceti politici per la sopravvivenza elettorale. Questo non lo possiamo più fare. E abbiamo anche il dovere – ha concluso il segretario di Sel – di fare presto”.

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