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DDL SCUOLA – TAGLI AI COMMISSARI D’ESAME

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Il DDL scuola prevede una serie di deleghe al governo, fra queste vi è anche la riforma dell’esame di Stato e delle scuole medie. La riforma si tradurrà in altri tagli ai compensi dei commissari. Si va sempre di più verso una scuola low cost o meglio verso una scuola statale sostenuta con i sacrifici di chi vi lavora.

La riforma degli esami di stato la farà il governo, per decreto, grazie a una delega contenuta nel ddl sulla scuola che va esercitata entro 18 mesi dall’entrata in vigore della legge. L’esecutivo ci aveva già provato con il disegno di legge di stabilità di quest’anno. Nel quale era prevista la cancellazione della figura del commissario esterno nelle commissioni (si veda ItaliaOggi del 21 ottobre 2014). E con essa anche la possibilità, per i docenti, di introitare le relative pegaso nuovo 1indennità. Il governo allora fece dietrofront. Non per le rimostranze dei docenti, ma perché i più lamentarono il rischio di una perdita di serietà dell’esame di stato nel suo insieme, qualora le commissioni fossero state formate di soli membri interni. Adesso il governo ci riprova sull’intera materia.

Va detto subito, peraltro, che dal testo della disposizione che reca la delega non si evince espressamente l’intenzione dell’esecutivo di abolire i commissari esterni. La delega, infatti, sarà esercitata per definire le modalità di svolgimento degli esami di Stato sia per il primo che per il secondo ciclo. Ma se letta in collegamento con quello che prevede la legge di stabilità di quest’anno, è lecito aspettarsi un ulteriore giro di vite nel senso di nuovi tagli di spesa. Il disegno di legge di stabilità rinvia, infatti, a un decreto ministeriale le misure da adottare per introdurre risparmi. E adesso, con la delega, il governo dovrebbe avere le mani libere per introdurre innovazioni, eventualmente, anche sulla composizione delle commissioni. Oppure nel senso della rimodulazione al ribasso dei compensi sulla scorta di eventuali modifiche della prestazione. Tanto più non sono contrattualizzati, perché si tratta di mere indennità e non di retribuzioni. E ciò rende tutto più facile.

I compensi, infatti, assumono la forma di rimborsi forfettari, la cui somme variano a seconda della distanza da coprire. Ai sensi del decreto 24 marzo 2007, i docenti impegnati negli esami percepiscono un’indennità fissa di 911 euro alla quale si aggiunge un’ulteriore indennità che va da un minimo di 171 euro (se la scuola assegnata è ubicata nel comune oppure, sia raggiungibile con i mezzi pubblici in un tempo non superiore a mezz’ora) a un massimo di 2.270 euro (qualora la scuola risulti raggiungibile con un viaggio di più di 100 minuti). Ai commissari interni, invece, spetta un’indennità fissa di 399 euro. A tutto ciò va aggiunto il compenso per gli esami preliminari: 15 euro per ogni alunno privatista fino a un massimo di 840 euro.

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