Momenti di tensione alla Festa del Pd a Roma: mentre alcuni insegnanti protestavano civilmente e pacificamente, sono stati pesantemente attaccati da alcuni sostenitori renziani e infine allontanati dalla sorveglianza. Ecco la nostra intervista aPatrizia Compagnucci, docente precaria presente alla manifestazione.
Come si è svolta la vostra partecipazione alla festa Pd?
Ieri alle 19,30 sapevamo che ci sarebbe stato un dibattito sulle riforme con sen. Marcucci e il prof. Lazar e ci siamo dati appuntamento. Eravamo una quindicina di insegnanti, abbiamo preso posto e abbiamo iniziato ad ascoltare.
Un numero esiguo, dunque. Poi cos’è accaduto?
Arrivati al punto sulla scuola, abbiamo tirato fuori i nostri fogli A4. Sul mio c’era scritto: insegnante che non voterà più PD. Su altri: no DDL, 8%PIL alle scuole e così via. Niente di offensivo. Le persone presenti, a dire il vero non molte, incuriosite ci hanno guardato, molti erano a nostro favore, solo alcuni forse 5 o 6 hanno iniziato a borbottare. A un certo punto c’è stato l’intervento del mio collega Riziero. ha parlato di riforme in generale: scuola, job’s Act, ma le risposte dell’on. Marcucci sono state evasive. Poi alcuni colleghi hanno fatto domande sempre più incalzanti e gli animi si sono scaldati.
A questo punto qualcuno ha reagito in modo spropositato?
Sì. Qualcuno mi ha detto : “Se non levate quei cartelli, vi prendo a calci nel culo.” Una signora accanto a me mi ha detto: “Leva sta roba, io ti pago.”Si vedeva che si trattava di gente vicina al partito. La moderatrice lo guardava per farci interrompere, volevano allontanarci.
Insomma la protesta degli insegnanti è stata rintuzzata…
Uno studente iscritto al PD che ho conosciuto al Nazzareno, renziano dell’ultima ora, ha iniziato a insultare pesantemente. Ero con la mano alzata per poter fare un intervento, ma la moderatrice chiama lui, anche se dico che bisogna rispettare il turno. Alla fine del suo intervento, però, la moderatrice termina il dibattito.
Allontanatami alla ricerca di mio figlio, quando sono tornata non ho più trovato i miei colleghi. Mi hanno comunicato subito dopo di essere stati allontanati dalla sorveglianza.
La protesta è poi continuata con slogan come “Difendiamo la scuola pubblica dall’attacco di un partito che non è più democratico” e “l’istruzione sarà la nostra Stalingrado”. Ma, come si vede, il clima che si respira attorno alle proteste degli insegnanti non è dei migliori. Forse perché nessuno si aspettava che avrebbero lottato così a spada tratta per difendere la scuola pubblica?