Il disegno di legge per la riforma della scuola è tornato alla Camera, in commissione Istruzione, per la seconda volta dopo che il Senato lo ha approvato con voto di fiducia. A breve inizierà la seduta della VII commissione con l’inizio della discussione generale.
Maggioranza e governo puntano ad approvare il provvedimento – senza ulteriori modifiche – in tempi brevi: per il 7 luglio, infatti, è stato calendarizzato l’arrivo in aula. Per il via libera finale potrebbero servire pochi giorni; il governo infatti potrebbe porre una nuova questione di fiducia.
Scadrà domani alle 14 il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl Scuola. Durante l’ufficio di presidenza della VII commissione, la presidenza ha comunicato ai gruppi il contingentamento degli emendamenti: potranno esserne presentati massimo 40 a gruppo. Dal Pd, viene riferito, porrebbero non arrivare proposte di modifica.
Secondo quanto riferito dalla relatrice, Maria Coscia (Pd), gli emendamenti presentati in eccedenza – rispetto al limite deciso in ufficio di presidenza – non saranno ammessi alla discussione. Stessa cosa in aula dove probabilmente ci sarà il contingentamento sia delle proposte di modifica sia dei tempi.
Il Pd, ha affermato la relatrice Maria Coscia, “sicuramente non ne presenterà”. “Siamo pronti a lavorare anche nel week-end se necessario – ha aggiunto – il testo andrà in aula comunque il 7 luglio”
Giovedì alle 8,30 saranno comunicate dalla presidenza le inammissibilità degli emendamenti. Giovedì pomeriggio, probabilmente alle 14, inizieranno le votazioni.
Visto il contingentamento degli emendamenti (massimo 40 a gruppo) le proposte non dovrebbero superare quota 200 e quindi le votazioni si dovrebbero concludere al massimo venerdì mattina. “Se ce ne fosse bisogno – ha precisato la relatrice al termine della seduta di oggi – siamo pronti a lavorare anche nel fine settimana. Ma dal clima che c’è in commissione non credo che ci saranno ritardi”.
Il testo “arriverà in aula con o senza l’approvazione della commissione”. Inoltre, secondo Coscia, al momento, “non c’è nessuna ipotesi” sulla fiducia in aula: “Il clima in commissione non mi sembra ostile”.
In merito alle modifiche contenute nel maxiemendamento approvato al Senato, ha aggiunto: “Quando il testo è stato esaminato alla Camera abbiamo proceduto a introdurre notevoli miglioramenti, tenendo conto delle osservazioni e delle aspre critiche arrivate. Anche il Senato – ha proseguito Coscia – ha contribuito al miglioramento del testo”.
“Siamo amareggiati da questo provvedimento”, ha detto la deputata M5s, Silvia Chimienti, uscendo dalla commissione. “Non c’è nessuna possibilità che il provvedimento venga modificato. Proviamo un senso di profonda sconfitta e delusione per come è stato modificato” il ddl. “Lo hanno esaminato come se fosse un decreto. Alla faccia del disegno di legge e del confronto”.
Uno dei principi fondamentali della riforma è il rafforzamento dell’autonomia scolastica, cioè una maggiore libertà nella gestione degli edifici, della didattica, dei progetti formativi e dei fondi a disposizione di ogni singola scuola: le scuole avranno l’onere di determinare triennalmente la propria offerta formativa e a questa triennalità saranno legati altri adempimenti dell’amministrazione, come gli organici, la mobilità del personale e le assunzioni.
L’organico sarà gestito interamente dal dirigente scolastico che potrà proporre le cattedre ai docenti (a partire dall’anno scolastico 2016/2017) e i posti utilizzando gli albi territoriali che – dal 2016 – racchiuderanno le Reti di scuole.
La chiamata degli insegnanti sarà, dunque, senza più graduatorie ma sulla base degli albi (o ambiti) a cui si accederà per concorso pubblico oppure tramite il Piano straordinario di assunzioni 2015. Per quanto riguarda quest’ultimo saranno assunti nel 2015 gli iscritti nelle Gae, i vincitori e gli idonei del concorso a cattedre 2012.
Con le modifiche apportate al ddl al Senato – con il maxiemendamento del governo – non è chiaro se tutti i circa 48mila docenti dell’organico per il potenziamento si vedranno assegnata la cattedra già per il prossimo anno scolastico. Una prima fase riguarderà le immissioni in ruolo per coprire i posti vacanti, che rimarrà con le modalità ordinarie del turover. Dopo il 15 settembre ci saranno le immissioni dell’organico dell’autonomia che avrà nomina giuridica ma non è certa né l’assegnazione della cattedra né lo stipendio per il prossimo anno scolastico.
Fonti di governo assicurano che i 100mila docenti – che saranno assunti attraverso il Piano straordinario 2015 – troveranno posto all’interno degli istituti scolastici. Saranno infatti gli uffici scolastici regionali a determinare, per il 2015-2016, il fabbisogno dei posti per il potenziamento. Indiscrezioni che raccogliamo e che parzialmente coincidono con quanto riferitoci domenica dalla responsabile scuola del PD, Puglisi: “organico potenziato partirà fin dal 2015/16. Si dovranno individuare i collaboratori dirigenti”
Ad ogni modo, ancora non c’è nulla di definitivo ed è possibile che il MIUR emani un decreto ad hoc con le indicazioni sull’organico potenziato.