Ci sono novità relativamente alla chiamata dei docenti da parte dei dirigenti come le modifiche del maxiemendamento, presentato ieri in VII Commissione cultura al Senato.
Non riguarderà i docenti neoassunti
Innanzitutto non riguarderà i docenti che saranno assunti a settembre del 2015. Infatti, i precari entreranno in ruolo secondo le vecchie regole e non, come inizialmente previsto, negli albi territoriali per essere scelti dai presidi.
Faranno eccezione quei docenti che non risulteranno destinatari di una proposta di assunzione entro il 15 settembre e che avranno una assunzione con decorrenza giuridica al primo settembre 2015. Per costoro si apriranno le porte degli albi territoriali a partire dal 2016/17 e la loro assegnazione alle scuole sarà decisa dai dirigenti in base al curriculum.
Docenti già di ruolo soprannumerari e mobilità
Entreranno negli albi territoriali a partire dal 2016/17 i docenti in esubero o sorannumerari. Stessa sorte per i docenti in mobilità dall’anno 2016/17.
Per costoro la mobilità tra gli ambiti sarà possibile in base alla disponibilità dei posti liberi che probabilmente seguirà criteri classici, ma l’assegnazione alle scuole seguirà il rituale della scelta da parte dei dirigenti scolastici.
Come avverrà la scelta?
Nel testo leggiamo: “Sono valorizzati il curriculum, le esperienze e le competenze professionali e possono essere svolti coloqui. La trasparenza e la pubblicità dei criteri adottati degli incarichi conferiti e dei curricula dei docenti sono assicurate attraverso l a pubblicazione nel sito internet dell’istruzione scolastica.”
Rinnovo triennale dell’incarico
Un’altra modifica riguarda il rinnovo triennale degli incarichi dei docenti. Infatti, ricordiamo che il progetto iniziale di riforma prevedeva non soltanto la chiamata dei docenti da parte dei dirigenti, ma il rinnovo a discrezione di quest’ultimo ogni tre anni.
Nell’emendamento che modifica il testo della riforma, viene specificato che l’incarico ha durata triennale ed è rinnovato, “purché in coerenza con il piano dell’offerta formativa”. Il che significa che si rinnova automaticamente fino a che nel POF non ci siano modifiche relative alle materie. Il mancato rinnovo dell’impiego, quindi, non sarà più legato alla discrezionalità del dirigente, ma ad un cambio di progettazione dell’intero istituto. Così, ad esempio, un istituto potrà decidere di potenziare maggiormente l’educazione musicale e dopo tre anni decidere di dedicare più tempo al pensiero computazionale. Altro esempio calzante riguarda le lingue, con la possibilità di poter sostituire la seconda lingua da una progettazione triennale all’altra.