Pensioni flessibili a partire dai 62 anni di età ed un reddito minimo per ultra 55 enni rimasti senza lavoro ed in condizioni di bisogno restano i principali temi sui quali si concetrerà l’attenzione del Governo entro fine anno.
I prossimi mesi saranno cruciali per la flessibilità in uscita ed il reddito minimo per gli ultra 55enni, due punti cardine sui quali sono state fatte diverse promesse, anche da parte del Premier, nelle settimane scorse. Diamo quindi una mano ai lettori a comprendere quali sono i punti sui quali si potrà intervenire, se tutto andrà per il verso giusto, entro la fine dell’anno.
In primis c’è la vertenza esodati con ben due provvedimenti già depositati in Commissione Lavoro alla Camera per estendere ad almeno ulteriori 26mila lavoratori le regole di pensionamento ante fornero. A costo quasi zero in quanto si andrebbero ad utilizzare le risorse già stanziate e non utilizzate nelle precedenti 6 salvaguardie. Timing? Entro la fine dell’estate si potrebbe raggiungere una proposta unificata in Commissione da licenziare entro l’autunno. Che potrebbe contenere una salvaguardia anche per i cd. lavoratori quindicenni e i ferrovieri.
Poi c’è la questione sui ritocchi alla Legge Fornero per flessibilizzare le uscite, che entrerà nella prossima legge di stabilità (e dunque sarà in vigore dal 1° gennaio 2016). Le proposte presentate in questi ultimi due mesi sono molteplici anche se quella che registra maggiori consensi riguarda l’introduzione di una pensione con la quota 97 (62 anni e 35 di contributi) unita ad una decurtazione, a vita naturalmente, dell’assegno pari ad un massimo dell’8%. Se si esce piu’ tardi la penalità decresce al ritmo di circa il 2% l’anno fino ad azzerarsi a 66 anni. La misura potrebbe essere accompagnata dalla proroga del regime sperimentale donna e da un piano di contrasto alla povertà per gli ultra55 enni rimasti senza lavoro. Entro fine anno si attende anche l’attuazione dell’Asdi, l’ammortizzatore sociale che integrerà la Naspi una volta esaurita la sua durata.
Se la pensione flessibile resta il “cuore” del provvedimento, all’interno del progetto governativo di fine anno potrebbero essere inseriti particolari benefici per i lavoratori che assistono familiari in condizione di disabilità e le lavoratrici madri e misure per la staffetta generazionale, cioè l’incentivazione del ricorso al part-time per i lavoratori prossimi al pensionamento. Tutta da giocare invece la partita sui lavoratori precoci e su altri ritocchi minori alla legge Fornero (si pensi alle ricongiunzioni onerose oppure alla revisione della speranza di vita). Il prossimo appuntamento è comunque per il 3 Giugno quando il Ministro Poletti sarà chiamato alla Camera per rispondere sulle ipotesi allo studio del governo sulla flessibilità; poi a fine mese il Presidente dell’Inps, Tito Boeri dovrà rendere noto il programma dell’Inps per le pensioni flessibili e il reddito minimo, due punti sui quali dovrebbe esserci l’appoggio dell’esecutivo.
A giugno inoltre inizierà il percorso di conversione del decreto pensioni (Dl 65/2015) approvato in fretta e furia dall’esecutivo il 21 Maggio scorso per rispondere alla sentenza della Consulta; il provvedimento porterà nelle tasche dei pensionati coinvolti nel blocco biennale dell’indicizzazione il 1° agosto in media 500 euro. E non è detto che nel corso dell’esame parlamentare del provvedimento non salgano ulteriori novità.