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QUANDO L’IMMISSIONE IN RUOLO PUÒ TRASFORMARSI IN DRAMMA

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Detta così potrebbe apparire un’assurdità, in realtà così assurdo non è. Il DDL Scuola varato alla Camera e pronto ad essere approvato anche al Senato contiene il pacchetto delle immissioni in ruolo.

Le nuove regole però non tengono conto dei diritti del personale precario, anzi le calpestano al punto che per assurdo in alcuni casi potrebbero perfino rinunciare all’agoniato posto in ruolo. Sul proprio profilo facebook l’avvocato Gabrieli, da sempre attento alle questioni della scuola, spiega cosa accadrà:reinserimento-gae-300x168
“Dal prossimo anno scolastico, sulla base del DDL “la buona scuola” di Renzi, approvato alla Camera, tanti docenti saranno “costretti” ad accettare il ruolo fuori città, forse anche fuori regione. Nulla rileverà la loro eventuale necessità di assistere un padre e/o un figlio disabile. Si attingerà da una sorta di “graduatoria nazionale”, sulla base delle preferenze espresse dagli stessi docenti. Fra due anni scolastici, poi, molti docenti si accorgeranno che altri loro colleghi, con un punteggio di servizio più basso, hanno conseguito il ruolo rimanendo nella loro città. Alcuni, infatti, possono “rischiare” di non lavorare un anno perché non hanno figli da mantenere o mutui da onorare. Altri possono “avvantaggiarsi” d’insegnare in una scuola paritaria nell’attesa di conseguire il ruolo in una scuola pubblica “sotto casa”. Altri ancora possono avere la fortuna di continuare a non fare l’insegnante precario, ma altri lavori…nell’attesa di “beffeggiare” chi, da precario storico, ha dovuto viaggiare per una vita intera”.

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